Gli incendi divampati ieri in Sardegna sono solo gli ultimi di una lunga serie. A luglio sono stati infatti ben 216 i roghi in tutta Italia che hanno mandato in fumo 53mila ettari di terreni secondo elaborazioni su dati Effis. E oggi in Consiglio dei ministri arriva un inasprimento delle pene per i piromani. In particolare la bozza di dl all’esame del Cdm va a modificare l’articolo 423-bis, che disciplina il reato di incendio boschivo.
“Sarà aumentato da quattro a sei anni il minimo edittale per chi causa un incendio in ‘boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui’. Se l’incendio è di natura colposa la pena minima passa da uno a due anni di reclusione”, ha dichiarato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Sebastiano Musumeci.
“Infine – aggiunge – la bozza prevede che la pena ‘è aumentata da un terzo alla metà quando il fatto è commesso al fine di trarne profitto per sé o per altri o con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti all’esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi'”. “Ringrazio il collega Carlo Nordio per avere da subito condiviso l’esigenza di modificare la norma. Certo, non è la soluzione del grave problema: ma l’inasprimento della pena e la sua effettività serviranno a scoraggiare chi finora l’ha fatta franca! Anche perché, com’è noto, la maggior parte degli incendi ha una natura dolosa o è legata alla mancata prevenzione, quindi da negligenza”, conclude.
Migliora fortunatamente la situazione degli incendi in Sardegna, dove ieri il maestrale ha alimentato roghi in tutta l’isola, con evacuazioni e aziende agricole e un campeggio distrutto. Nella notte sono stati effettuati 60 interventi tra le province di Nuoro e Cagliari. Squadre e tre Canadair sono attualmente in azione a Gairo, Posada e a San Giovanni Suergiu.
Il governatore della Sardegna, Christian Solinas, non sembra avere dubbiulla natura dolosa degli incendi e ha mandato Corpo Forestale Regionale per portare avanti “le indagini su tutto il territorio per individuare ed assicurare alla giustizia i responsabili“. In una nota i presidente di Regione condanna “gli autori di questo nuovo scempio criminale consumato a danno del patrimonio ambientale sardo”.
Secondo quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti, sono centinaia gli ettari di terreno che sono andati a fuoco, colpendo aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature, a preoccupare sono la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente. Ci vorranno anni, precisa la Coldiretti, prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende.
La Coldiretti è impegnata in una azione di monitoraggio e di sostegno alle aziende colpite ma è anche importante l’azione di prevenzione e di attenzione. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono,conclude Coldiretti, una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.
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