Intelligenza artificiale, impatto su tecnologia e identità umana

Sciolto l’ultima riserva dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale  e nel caso specifico delle tecniche di identificazione biometrica: sarà possibile solo in pochi casi.

La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che  la legge europea sull’intelligenza artificiale è una novità mondiale.

Come parte della sua strategia digitale, l’UE intende regolamentare l’intelligenza artificiale, al fine di garantire garantire migliori condizioni per lo sviluppo e l’uso di questa innovativa tecnologia.

Le nuove regole stabiliscono obblighi per fornitori e utenti a seconda del livello di rischio dell’AI. Molti sistemi di intelligenza artificiale comportano solo un rischio minimo, ma devono essere comunque valutati.

In questo articolo di Luca Tomassini, imprenditore, accademico e Cavaliere del Lavoro, viene spiegato il delicato e complesso meccanismo dell’uso dell’Intelligenza Artificiale, per capire se e come cambierà la vita delle persone e in che modo potrà coinvolgere il tessuto stesso dell’identità umana.

L’emergere dell’intelligenza artificiale – scrive l’autore – sta segnando una svolta epocale, non solo nel campo tecnologico ma anche nel tessuto stesso dell’identità umana. Questa rivoluzione digitale sta rimodellando profondamente le nostre concezioni di creatività, intelligenza, e persino coscienza, ponendoci di fronte a sfide e opportunità senza precedenti. L’ascesa dell’AI sta infatti modificando in modo radicale il modo in cui percepiamo e definiamo noi stessi. Gli algoritmi avanzati di apprendimento automatico, che ora creano arte, musica e letteratura, stanno sfidando la tradizionale demarcazione tra le capacità umane e quelle delle macchine. Questi sviluppi sollevano domande fondamentali: Cosa significa essere creativi? E come definiamo l’intelligenza in un’era in cui le macchine possono apprendere e agire autonomamente?

L’uso dell’IA in campi tradizionalmente considerati dominio esclusivo dell’ingegno umano, come l’arte e la musica, solleva interrogativi sulla natura della creatività. Alcuni vedono l’IA come un amplificatore delle capacità umane, in grado di spingere i confini dell’innovazione e dell’espressione. Altri, tuttavia, temono che possa minare il valore unico dell’esperienza e dell’espressione umane, riducendo la creatività a un mero algoritmo. Le implicazioni etiche dell’IA sono profonde e multiformi. La capacità di questa tecnologia di replicare o persino superare aspetti dell’intelligenza umana solleva preoccupazioni riguardo ai pregiudizi incorporati nei sistemi di IA, alla violazione della privacy e alla sostituzione dei ruoli umani in ambiti che richiedono empatia e giudizio morale. Inoltre, la crescente autonomia dell’IA pone interrogativi cruciali sulla sua regolamentazione e controllo.

Uno degli aspetti più critici dell’IA riguarda la possibilità che essa rifletta e amplifichi i pregiudizi esistenti nella società. Gli algoritmi di IA, essendo creati da esseri umani, possono involontariamente incorporare pregiudizi razziali, di genere o socio-economici. Questo rischio pone l’accento sull’importanza di approcci etici e trasparenti nella progettazione e implementazione dell’IA.

Man mano che l’IA diventa più sofisticata, crescono le preoccupazioni riguardo alla sua capacità di agire indipendentemente. Questo solleva questioni fondamentali sulla responsabilità: chi è responsabile delle azioni di un sistema di IA? Come possiamo garantire che le macchine agiscano in modo etico e sicuro? E come possiamo proteggerci dal rischio che l’IA sfugga al controllo umano?

L’integrazione dell’IA nella società rappresenta una delle sfide più significative del nostro tempo. Mentre questa tecnologia continua a evolversi, è fondamentale che affrontiamo proattivamente le sue implicazioni sull’identità umana e sull’etica. Dobbiamo bilanciare l’entusiasmo per le potenzialità dell’IA con una riflessione critica sulle sue implicazioni, garantendo che la sua evoluzione sia guidata da principi etici forti e da un impegno verso il bene comune.

In questo modo – conclude Tomassini – possiamo assicurare che l’IA non solo coesista con l’umanità, ma che arricchisca e potenzi la nostra esperienza condivisa del mondo.

(www.lucatomassini.it)
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