Rami Abdel Rahmane, Direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che i combattimenti tra i militanti dello Stato Islamico e le forze curde nel nord-est della Siria sono proseguiti oggi, per il terzo giorno consecutivo, a seguito di un grave attacco jihadista che ha provocato quasi 90 morti.
“Almeno 28 membri delle forze di sicurezza curde, cinque civili e 56 combattenti dell’Isis sono stati uccisi dall’inizio dell’attacco alla prigione di Ghwayran” – ha affermato Rami Abdel Rahmane.
In prima linea nella lotta contro l’Isis ci sono le Forze democratiche siriane (Sdf), delle quali fanno parte i combattenti curdi e sono sostenute dalla coalizione internazionale anti-jihadista. Sono le stesse che hanno sconfitto il gruppo jihadista in Siria nel 2019, cacciandolo dall’ultima roccaforte di Baghouz nella provincia di Deir Ezzor.
Nella notte tra giovedì e venerdì, l’Isis ha lanciato un assalto alla prigione nella città di Hassaké, che ospita circa 3.500 sospetti membri dell’Isis, compresi i leader del gruppo e moltissimi detenuti sono riusciti a fuggire in seguito a questo attacco.
Secondo una dichiarazione rilasciata oggi dalle Sdf che hanno sequestrato cinture esplosive, armi e munizioni, ci sono stati “pesanti combattimenti” nelle aree a nord della prigione di Ghwayran, dove sono stati uccisi più di 20 combattenti dell’Isis”.