Israele si sta preparando per un attacco iraniano più forte rispetto alla notte dei droni dello scorso aprile. A sostenerlo è il canale israeliano ‘Kan’ che cita fonti dell’apparato di sicurezza israeliano i quali sostengono che “gli iraniani sarebbero determinati ad attaccare il prima possibile con un attacco più forte rispetto a quello di aprile, nonostante nei giorni scorsi si ipotizzava che Teheran stesse facendo marcia indietro di fronte alle pressioni politiche”.
“Non si sa ancora quando avverrà l’attacco iraniano, ma secondo lo scambio di messaggi e minacce tra Iran e Israele, i prossimi giorni saranno estremamente tesi” – sottolinea il canale televisivo israeliano.
Il motivo del rinvio dell’attacco finora da parte di Teheran sarebbe legato alla necessità di tappare le “falle di sicurezza” scoperte dopo l’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh.
Tuttavia, mentre Israele si prepara all’attacco rappresaglia da parte dell’Iran, Hamas, piuttosto che andare avanti con nuovi colloqui, chiede che venga attuato quello che è stato accettato il 2 luglio, ossia il piano elaborato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il cessate il fuoco di sei settimane nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, in cambio della liberazione degli ostaggi e allo stesso tempo di centinaia di detenuti palestinesi, come si legge in una nota pubblicata sui social dal movimento palestinese. Nuovi colloqui sono previsti al Cairo o a Doha giovedì.
Hamas, ha partecipato a molti round di negoziati e ha fornito tutta la flessibilità e la positività necessarie per raggiungere gli obiettivi e gli interessi del suo popolo, risparmiare il loro sangue e fermare il genocidio contro di loro, in un modo che apra la strada a uno scambio di prigionieri, al soccorso per il nostro popolo, al ritorno degli sfollati e alla ricostruzione di ciò che è stato distrutto dall’aggressione – si legge nella nota.
Hamas, ha accettato il piano del 2 luglio, ma il nemico ha aggiunto nuove condizioni che non erano sul tavolo durante tutto il processo negoziale, ed è andato a intensificare la sua aggressione contro il nostro popolo e a commettere altri massacri, portando all’assassinio del capo del movimento, il leader martire Ismail Haniyeh a conferma delle sue intenzioni di continuare l’aggressione e non raggiungere un accordo di cessate il fuoco“.
Hamas chiede ai mediatori “di presentare un piano per attuare ciò che hanno presentato al movimento e approvato il 2 luglio scorso, sulla base del piano di Biden e della risoluzione del Consiglio di sicurezza, e di obbligare l’occupante a farlo, invece di fare nuovi round di negoziati o nuove proposte che forniscono copertura per l’aggressione dell’occupante e gli danno più tempo per perpetuare la guerra genocida contro il nostro popolo“.
Ieri Biden ha detto che un cessate il fuoco è ancora possibile nella guerra tra Israele e Hamas. “Sì. È ancora possibile – ha affermato – Il piano che ho messo insieme, approvato dal G7, approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è ancora praticabile. E sto lavorando letteralmente ogni singolo giorno, con il mio team, per assicurarci che la situazione jnon degeneri in una guerra regionale. Ma può facilmente accadere“.
Secondo Barak Ravid, su ‘Axios’, il fatto che Hamas abbia annunciato che non parteciperà ai negoziati previsti per giovedì per Israele non sarebbe altro che “una mossa tattica” in vista di un possibile attacco e nel tentativo di strappare condizioni migliori per l’accordo sul cessate il fuoco. ”
Un alto funzionario israeliano coinvolto nei negoziati – scrive il giornalista israeliano – ha affermato che la dichiarazione di Hamas è ‘una mossa tattica in vista di un possibile attacco da parte dell’Iran e di Hezbollah e nel tentativo di ottenere condizioni migliori per l’accordo’. Il funzionario ha aggiunto: ‘Se Hamas non si siede al tavolo, continueremo a decimare le sue forze a Gaza.