In Italia la produzione industriale è tornata a crescere, mentre il Regno Unito ha registrato l’aumento dell’inflazione più alto degli ultimi 30 anni.
In Germania c’è il rischio di “un’acuta recessione” nel 2023 in caso di uno stop al gas russo e si rivedono le stime della crescita per il 2022.
In uno studio l’Istat riferisce che “l’impatto della guerra sull’economia italiana rimane di difficile misurazione” e si innesta in una fase del ciclo caratterizzata dalla crescita di alcuni settori economici, degli investimenti e del mercato del lavoro.
A febbraio la produzione industriale è tornata a crescere, recuperando buona parte del calo registrato nei due mesi precedenti: per l’indice destagionalizzato l’Istat stima un rialzo del 4% su gennaio.
A febbraio 2022 l’indice complessivo è aumentato poi in termini tendenziali del 3,3% ed è positivo anche il confronto con il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria: il livello destagionalizzato dell’indice di febbraio 2022 è maggiore del 2,5%. Nella media degli ultimi tre mesi invece la dinamica congiunturale è rimasta negativa (-0,9%).
Nonostante l’accelerazione dell’inflazione – precisa l’ISTAT – l’attuale tasso di investimento, tornato ai livelli del 2008, e l’ancora elevata propensione al risparmio potrebbero rappresentare punti di forza per lo sviluppo dell’economia nei prossimi mesi”.
L’ISTAT sottolinea che il forte rialzo del carovita costituisce ancora il principale rischio al ribasso.