Si sta, ormai, avvicinando il momento del debutto in Italia dell’Arbitro Assicurativo AAs, il terzo strumento stragiudiziale del settore finanziario in ordine di tempo, dopo l’Arbitro Bancario Finanziario e l’Arbitro per le controversie finanziarie. Un debutto, caratterizzato da grandi attese, visto il successo operativo conclamato degli altri due Arbitri nel rappresentare una valida alternativa alla giurisdizione civile ordinaria, ma, anche, da notevole apprensione per la quantità ingente di contenzioso che potrebbe scaricarsi sul nuovo organismo.
In questa ottica torna sicuramente utile riflettere sulla situazione del mondo assicurativo italiano sotto la particolare prospettiva della contrattualistica, un profilo, fonte di divergenze interpretative frequenti con incomprensioni che, spesso, tracimano nel contenzioso.
La complessità nella struttura dei contratti e un’impostazione linguistica datata e stratificata sono sicuramente tra i principali ostacoli, che si pongono sul cammino di quanti vorrebbero un’applicazione più puntuale in questo ambito del principio della trasparenza, come richiesto anche dalla direttiva europea IDD in materia di distribuzione dei prodotti assicurativi .
In un suo recente intervento Stefano De Polis, Segretario Generale dell’IVASS ha dovuto riconoscere che gli obiettivi di trasparenza e di semplificazione della contrattualistica assicurativa sono ben lungi dall’essere colti, nonostante gli sforzi profusi, tra cui la costituzione nel 2016 di un Tavolo tecnico coordinato dall’ANIA, a cui hanno partecipato rappresentanti, sia delle Associazioni dei Consumatori che degli intermediari assicurativi e che ha registrato esiti modesti.
Tre esempi sono stati ricordati da De Polis per suffragare la lunghezza del percorso ancora da compiere per il miglioramento della trasparenza contrattuale del mondo assicurativo: nel settore viaggi la mancanza di chiarezza delle clausole relative alla garanzia assicurativa nell’eventualità dell’annullamento del viaggio; nel comparto vita e salute la persistenza di profili di ambiguità interpretative di alcune clausole; e. infine, nel settore di business interruption la necessità di una definizione più puntuale di questo concetto specifico.
Cosa fare, allora? La risposta obbligata è continuare a perseguire la standardizzazione e la semplificazione funzionale all’intelligibilità dei contenuti e alla comparabilità delle offerte assicurative; una risposta condivisa dall’IVASS per cogliere finalmente un obiettivo sfidante irrinunciabile, direttamente proporzionale al livello di civiltà assicurativa del Paese.