La ricerca “Arte: Il valore dell’industry in Italia“, la prima con focus sul settore, realizzata dall’Osservatorio Nomisma, promossa dal Gruppo Apollo, con la collaborazione di Intesa Sanpaolo e illustrata alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, spiega che è di 1,46 miliardi di euro il volume d’affari che l’industria dell’arte genera in Italia, con un impatto complessivo economico sul Paese di 3,78 miliardi di indotto. Il comparto da lavoro a circa 36 mila addetti nell’intera filiera produttiva. Sul piano europeo, l’Italia rappresenta il 2% del mercato rispetto alle vendite a valore delle opere d’arte, quota che sale al 6% con l’uscita di UK dall’UE, con circa 4 mila tra gallerie d’arte moderna e contemporanea, antiquari e case d’asta.
Per ogni euro di giro d’affari nel mercato dell’arte in Italia, si legge nel Rapporto, se ne generano complessivamente 2,60. Nel 2019, il fatturato di case d’asta, gallerie, antiquari e mercanti d’arte ha raggiunto quota 1,04 miliardi di euro, cui si aggiungono 420 milioni di euro derivanti da logistica, pubblicazioni, assicurazioni, fiere, istruzione e restauratori.
Se lockdown e chiusure hanno ovviamente segnato le imprese del settore (nel 2021 il 40% ha avuto bisogno di credito per proseguire l’attività), a essere colpiti sono soprattutto la logistica dell’arte (segmento da 70 milioni di euro nel 2019 che nel 2020 ha sofferto un crollo del 70%-90%) e delle fiere, il cui indotto diretto contava in 68,1 milioni di euro nell’era pre-Covid (con Mercanteinfiera – Parma che da sola complessivamente contribuisce per 25,6 milioni di euro).