Come è cambiato il lavoro autonomo con il Covid? Chi ha subìto di più? Risponde l’Ufficio Studi della CGIA.
“È una lenta agonia” spiega l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. “Gli effetti economici provocati dal Covid sono stati pesantissimi. Dal febbraio del 2020, mese che precede l’avvento della pandemia, al marzo di quest’anno, ultima rilevazione effettuata dall’ISTAT, i lavoratori indipendenti sono diminuiti di 215 mila unità“. In numeri, se 2 anni fa erano 5 milioni 192 mila, al termine del primo trimestre di quest’anno sono scesi a 4 milioni 977 mila (-4,1 per cento).
Il Covid ha aumentato il lavoro in ‘nero’? Sembrerebbe di sì. Anche la guerra
A fronte di molti che hanno chiuso definitivamente l’attività e non sono riusciti a trovare una nuova occupazione, resta l’ipotesi del passaggio al lavoro in ‘nero’, denuncia la CGIA. La sensazione è cioè che il Covid abbia contribuito ad incrementare sensibilmente il numero di coloro che oggi prestano la propria attività, ma abusivamente. Si tratta di lavoratori che hanno agito in tutti i settori e che in questi ultimi 2 anni hanno fra l’altro provocato una concorrenza sleale fortissima nei confronti di coloro che esercitano queste attività in ‘chiaro’.
Anche la guerra in Ucraina, come il Covid, entra nell’orizzonte lavoro del Paese. In che modo? Peggiorando ulteriormente la situazione a quanto pare. Anche se non ci sono ancora i dati è ipotizzabile una diminuzione del numero delle partite Iva ascrivibile anche agli effetti della guerra. Questo in particolare per l’aumentare del prezzo delle bollette di luce e gas, il costo del trasporto e la crescente difficoltà nel reperire molte materie prime.
CGIA chiede a Draghi un tavolo di crisi con i Governatori. Ad oggi misure “insufficienti”
Da più di un anno la CGIA chiede sia al Premier Draghi che ai Governatori di aprire un tavolo di crisi permanente a livello nazionale e locale. È necessario dare una risposta ad un mondo, quello autonomo, che sta vivendo una situazione particolarmente difficile. Ovviamente a fronte delle operazioni già attivate: oltre ai ristori, l’Iscro e il reddito di emergenza per chi è ancora in attività. Con il recentissimo decreto aiuti, infine, anche gli autonomi con un reddito inferiore a 35 mila euro riceveranno nei prossimi mesi il bonus una tantum da 200 euro. “Misure importanti, ci mancherebbe, ma insufficienti a fronteggiare le difficoltà provocate da questa situazione di crisi così pesante. Per questo riteniamo indispensabile istituire presso il MISE e in ogni singola Regione un tavolo di crisi permanente che affronti con maggior determinazione i problemi sopra descritti” conclude CGIA.