Festival di Sanremo: i duetti e le cover della terza serata

Sembra che ci sia ancora da sperare per questo festival e la speranza è sempre l’ultima a morire. Ma almeno questa terza serata sembra volare veloce e soprattutto molto accettabile. Si accettabile, anche perché se le cover presentate sono pezzi della storia della musica alcune interpretazioni lasciano davvero a desiderare.

Un inizio ben riuscito questa volta. L’apertura è affidata ai Negramaro che decidono di omaggiare Lucio Dalla nel giorno del suo 78 compleanno. Il brano scelto dalla band salentina è proprio “4 marzo 1943“. Subito dopo la loro versione di “Meraviglioso” di Domenico Modugno che il gruppo dei Negramaro pubblicò nel 2008. 

Subito dopo l’esibizione del gruppo di Sangiorgi , iniziano le esibizioni dei cantanti in gara, che sono giudicati dall’orchestra dell’Ariston. Prima a scendere le scale Noemi che ha deciso di cantare “Prima di andare via” brano del 2003 di Neffa che duetterà con lei. L’esibizione non è molto convincente. Non sembra esserci complicità. Forse sarà stato il problema di ritorno di audio ma alla fine non migliora. Sufficienza forzata.

È il momento di Fulminacci che come brano dedicato alla serata cover sceglie il pezzo di Jovanotti del 1994 “Penso positivo” accompagnato dalla tromba di Roy Paci e il comico Valerio Lundini. Le sorti della canzoni si rialzano proprio grazie al comico che rivisita il bridge sulla parte rap cambiando le parole. Un bel 7 lo meritano tutto.

Prima di continuare con la gara, Amadeus presenta la sua co-conduttrice di questa serata: la modella 23enne Vittoria Cerretti che scende le scale di Sanremo indossando un bellissimo abito della collezione Armani privè. Davvero bella, ma non balla.

Vittoria Ceretti (Riccardo Giordano)

 

Subito dopo è il momento di Francesco Renga che porta un brano del 1969 di Ornella Vanoni; insieme a lui sul palcoscenico la vincitrice di X-Factor 2020 Casadilego per interpretare “Una ragione di più“. La potente voce di Renga non permette a quella esile di Casadilego di farsi sentire. Peccato. Diciamo quasi sufficiente.

Il primo momento di vivacità lo regalano Extraliscio feat Davide Toffolo che invitano sul palco con loro Peter Pichler per “Medley Rosamunda“. Sul palco anche lo strumento che ha ispirato e dato la luce alle musiche del film di HitchcockGli uccelli“: il Trautonium. Un momento di balera indimenticabile e che riporta alla mente le serate in compagnia di Raul Casadei.

Parlando di Raul Casadei, un momento di pausa dalle cover

Qualche giorno fa il Re del liscio è stato ricoverato a causa del covid. Nella famiglia Casadei sono 15 e solo uno in questo momento non è risultato positivo. Da Raul, alla moglie, figlie e nipoti fino tutto il parentado. Tutti positivi. Ora come hanno dichiarato loro, “siamo tutti rinchiusi nel recito cosi da evitare di poter contagiare qualcuno“.

Il recinto è il luogo di Villamarina di Cesenatico dove vivono Raoul Casadei, sua moglie Pina e i suoi figli Carolina con il compagno Raffaele; Mirko, la sua compagna Sabrina, i loro figli Asia e Kim, Denis compagno di Asia e le loro due bimbe Noa e la piccola Adele che non ha neppure un anno e che pure lei ha il Covid; Mirna che è stata la prima ad ammalarsi di Covid, con il compagno Mirco e il figlio Manuel.

Continua la gara cover ma qualcosa non funziona

Siparietto di Fiorello sulle dimissioni di Zingaretti che poteva anche essere evitato e a seguire  continua la gara dei big. Il momento è quello di Fasma che, per questa esibizione, ha puntato tutto su un brano portato al successo da Tiziano Ferro, ma che ha scritto e cantato prima di lui Nesli, fratello minore di Fabri Fibra, con “La Fine“. Tuttavia, è da inizio serata che qualcosa non va nel giusto verso e ne sa qualcosa la povera Noemi. Nesli parte con la sua strofa, ma nel momento in cui  il cantante in gara inizia a cantare il microfono smette di funzionare. Amadeus entra in scena per  fermare l’esibizione, ma il  danno, ormai,  è fatto. Risolti i problemi tecnici, Fasma e Nesli possono esibirsi, ma non più con il giusto entusiasmo. Sufficienza per vicinanza morale.

Arriva il momento di Bugo che si presenta sul palco vestito di rosso: sembra che abbia lo stesso vestito della prima serata di Arisa, che sceglie di farsi accompagnare in questa serata delle  cover dai Pinguini Tattici Nucleari. Il brano, del 1969, è “Un’avventura” ed appartiene ad una icona della canzone italiana, Lucio Battisti. Peccato che non siano i Pinguini Tattici Nucleari a gareggiare, perché loro sono davvero bravi. Bugo mi spiace la tua spalla ti ha superato. 8 per i Pinguini 3 per Bugo.

Per tutti gli instagrammisti che seguono Fedez e Francesca Michielin è arrivato il momento di ascoltare la loro cover o meglio il medley che hanno annunciato sui loro social e che in tanti aspettano. I due cantanti si esibiranno su un mix di Calcutta, Daniele Silvestri, Al Bano e Romina, I Jalisse, Aleandro Baldi e Francesca Alotta. L’esibizione sarebbe anche stata carina se loro due non fossero stati, per così dire, troppo impostati per tutto il tempo (lasciando perdere le varie stecche di Fedez). Se decidete di ballare, fatelo non trattenetevi. Anche se andate fuori tempo, tanto è il mood di questo festival. Voto 6 per simpatia. Vorrei far notare il gesto di Francesca Michielin: per spiegarlo meglio di seguito il post di Diego Passoni con cui sono pienamente d’accordo:

 
 
 
 
 
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Viene mandata in onda la prova generale di Irama che come già abbiamo detto più volte non può essere presente fisicamente sul palco. Il ragazzo ha deciso di scavare nel profondo pozzo della musica italiana ed esibirsi con il brano del grande Francesco Guccini del 1996 “Cyrano“. Non credo che sia stata la sua miglior prova, ma altro non potevamo vedere. Per questa cover non soddisfa: voto 5.

Visto che in gara ci sono tutti i cantanti la fortuna di tutti noi vuole che la serata vada leggermente più veloce. Riportando un commento che ho sentito nella serata di ieri, questa serata del Festival finalmente ci ha permesso di sentire delle belle canzoni. Ma la prossima canzone verrà distrutta da chi è in gara e chi è ospite.

Una versione di “Amandoti” di Gianna Nannini inascoltabile. I Maneskin con Manuel Agnelli rendono, a parer mio, una bellissima canzone un dolore per le orecchie e una voglia matta di cambiare canale. In più continuo a ribadire che di Achille Lauro ci basta e avanza quello che c’è. Voto 4 per essere gentile.

Ritorna Jovanotti come ispirazione per questi concorrenti del Festival e questa volta tocca a Random che con “Ragazzo fortunato” del 1992 invita sul palco ad esibirsi con lui i The Kolors. Mi spiace, ma la voce di Random non centra nulla con la band ospite. Infatti, quando Stash attacca la canzone ha un senso. Voto 5,5 come incoraggiamento.

Arriva il momento di risentire un brano  datato 1997 di Samuele Bersani. E lo stesso Bersani sarà sul palco insieme a Willie Peyote per “Giudizi universali“. Il cantante in gara, durante la conferenza stampa aveva dicbiarato: “Il pezzo resta com’è e dovrò mettermi alla prova per dimostrare di essere all’altezza di un brano come quello di Samuele, che si fa in quel modo perché ha già tutti gli ingredienti necessari per essere un capolavoro” e forse, in realtà sarebbe stato meglio metterci qualcosa di tuo caro Willie per farla tua. Lasciandola così la canzone è rimasta come una versione di karaoke. Voto 5 per il viaggio che si è dovuto fare Bersani.

Arriva il momento dell’ospite prima di continuare con la gara: Antonella Ferrari

Sul palco si vive il primo di alcuni momenti in cui si vuole ricordare come il mondo dello spettacolo sia fermo da ormai un anno. Sarà Antonella Ferrari che, dopo il suo monologo, tratto da una parte del suo spettacolo dove elenca tutti i sintomi dovuti dalla sclerosi multipla e che per anni nessuno era riuscito a diagnosticarle, ringrazierà e ricorderà ad Amadeus che ormai da un anno teatri, cinema, sale concerti sono chiusi. Il suo monologo si chiude con una frase esemplare: “La malattia non deve essere protagonista, io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari“.

Arriva poi il momento del ritorno sul palco di Zlatan Ibrahimovic che continua la pantomima dell’uomo dell’est capo clan e invasore. Lo scherzo è bello quando dura poco. Ma qui sembra andare avanti ancora per molto tempo. E per fortuna nostra esiste il muto da schiaccare sui telecomandi. Muto che viene subito eliminato quando compare sullo schermo la grandissima Valeria Fabrizi. E sarà proprio lei a presentare la suprema Orietta Berti che per la serata delle cover ha deciso di portare “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo del 1975 accompagnata dal gruppo del Le Deva. Una canzone strepitosa interpretata da uno dei pilastri della musica italiana. Orietta per me 9. 

Sono passate due ore e un quarto quando sul palco viene chiamato il tredicesimo cantante in gara. Questo vuol dire che ne mancano altri 13. Non so se sia un bene oppure no. Ma, comunque, è arrivato il momento di Gio Evan che decide di portare con se sul palco i cantanti di The Voice Senior per il brano degli 883 del 1995 “Gli anni“. Fantastico con i suoi bermuda, calze e giacca in coordianto, Gio Evan partecipa al brano con alcune strofe dando la possibilità ai suoi ospiti di esprimersi a pieno e permettendo loro di interpretarla come davvero stessero raccontando un ricordo. Complimenti quindi a Erminio Sinni, Elena Ferretti, Gianni Pera e Ann Harper. Meritatissimo 8. Anche se non sono stati presentati come si deve e soprattutto alle signore non hanno consegnato i fiori di Sanremo (davvero una brutta bruttissima figura).

Sempre del 1995 è la canzone che decide di presentare Ghemon in compagnia dei Neri per Caso partendo da “Le ragazze“, “Donne“, “Acqua e sapone” e “La canzone del Sole” nella versione degli anni di glora dei Neri per Caso. Purtroppo Ghemon non risulta all’altezza e riesumare il gruppo non è stata una buona idea. Per voi il mio voto è 5.

Il momento più basso della puntata arriva quando il quartetto Amadeus, Fiorello, Zlatan Ibrahimovic e l’ospite,Sinisa Mihajlovic decidono di intonare “Io Vagabondo”  del 1972 dei Nomadi. Grazie ancora dell’esistenza del tasto muto.

Anche in questo caso, conoscendo la scaletta, il muto va via e ritorna la voglia di cantare e ballare grazie a La rappresentate di Lista che riporta a Sanremo una strepitosa Donatella Rettore. Insieme a lei il gruppo ripropone “Splendido Splendente”  brano del 1979 permettendo a tutto il pubblico a casa di scatenarsi liberamente. Anche loro davvero bravi un bell’8 meritato.

È mezzanotte e tutto va più o meno bene

La velocità della prima parte del Festival va un pò a scemare, si ritorna a quella lentezza che sembrava essere stata accantonata e le canzoni rimaste non daranno quella scossa necessaria ad affrontare ancora altre due ore di show. Sarà solo Annalisa dei 10 cantanti ancora in gara a dare una scossa. Non per movimento ma per bravura.

Prima di questi cantanti che porterà il calo a questa seconda parte di festival Arisa che punta su Pino Daniele e la sua “Quando” del 1991 anno in cui il suo ospite e compagno di serata non era nemmeno nato: Michele Bravi. Un’esibizione che non ha trasmesso appieno la profondità di questo brano. Quello che però mi ha colpito è la complicità che Arisa e Michele avevavo instaurato. Nel complesso la sufficienza ci sta.

Sufficienza che non vedrà mai Madame e la sua versione di “Prisencolinensinanciusol” di Adriano Celentano. Un brano del 1973 che raccontava una storia, un modo di essere e di vivere. Un brano che non può solo essere cantato, ma che  bisonga interpretare e  vivere. Ma soprattutto capire. Esibizione deludente anche da parte di vista della coreografia. Voto 4 solo perché si è trovato un senso e un utilizzo ai banchi con le rotelle.

Arriva anche il momento di Achille Lauro che ieri si è presentato sul palco di Sanremo come una statua greca ed il tema dell’Odissea; insieme a lui la divina Monica Guerritore ed Emma che ha cantato con Lauro. La Guerritore interpreta il ruolo di Penelope e ci ammalia con il suo monologo:

Da quando sono morta ho imparato cose che avrei preferito non sapere come quando si origlia dietro le porte o si aprono le lettere degli altri, Ulisse mi ha raggirata sostiene qualcuno o riusciva a farlo credere agli altri. […]Sono diventata una leggenda. Un bastone con cui colpire altre donne che non avrebbero essere assennate come me, oneste come me, pazienti come me. Ma io avrei solo voluto gradire: ‘Non seguite il mio esempio’. Ma io non sono più, non ho più voce con cui parlare“. Alla fine delle loro esibizione canora parte il monologo di Achille Lauro. 

Ritorna la gara e Lo Stato Sociale sono i prossimi ad esibirsi. Il gruppo ha deciso di omaggiare gli Afterhours con il brano “Non è per sempre” del 1999. Con loro sul palco Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino. Insieme al Lo Stato Sociale nel finale della loro esibizione vengono elencati i nomi di teatri, eventi saltati, inclusi live e concerti. Un’esibizione moscia e per nulla coinvolgente, soprattutto se si vuole trattare un argomento cosi importante. Sembrava fatta tanto per. Voto giusto un 5. Sempre per rispetto degli ospiti che si sono fatti i chilometri.

Finalmente arriva in questa seconda parte di serata, che come detto si sta spegnendo canzone dopo canzone, un’esibizione che lascia il segno. Si tratta di Annalisa che insieme a Federico Poggipollini portano sul palco “La musica è finita” di Umberto Bindi. Un brano che partecipò proprio al Festival  di Sanremo nel 1967 con la voce della fantastica Ornella Vanoni, dove si classificò al quarto posto. L’esibizione di Annalisa è potente, struggente e unica. Un bel 7. A seguire una versione di “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco del 1962, cantata da Gaia e Lous and the Yakuza; una versione senza lode e senza infamia. Pulita, ben fatta ma con poco cuore. Un tirato 6 come voto. 

Mancano cinque cantanti ma sembra che non finisca più

Arrivano i Colapesce e Dimartino con un brano di Franco Battiato del 1991: “Povera Patria“. Continuano i problemi audio e il ritorno in cuffia. Non brillano durante la loro esibizione. Unico momento topico la voce di Franco Battiato che chiude il pezzo del duo in gara. Voto 5-.

Nemmeno l’esibizione dei Coma Cose entusiasma. La loro versione di “Il mio canto libero” di Lucio Battisti del 1972, accompagnati da Alberto Radius, che ha lavorato tantissimo con Battisti, e Mamakass, manca di sentimento. Manca il patos che questo brano genera solo dalle prime note. E come se avessero fatto i compiti ma senza impegnarsi più di tanto. Voto 5,5.

Ultima cover degna di sufficienza questa sera è quella di Malika Ayane che porta in scena “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli del 1968. Malika decide di puntare tutto solo su se stessa senza avere partner in questa avventura cover. Iniseme a lei sul palco 3 ragazzi che ballano surante l’esibizione una bellissima coreografia di danza contemporanea di Claudio Caprioli. Voto 7, brava.

Arrivano le ultime tre esibizioni; scadenti. Deludenti. Una brutta figura quella di Max Gazzè che insieme a Daniele Silvestri presentano “Del mondo” dei CSI, brano del 1994.

Ermal Meta porta “Caruso” di Lucio Dalla del 1986.insieme alla Napoli Mandolin Orchestra. Porta a casa l’applauso, ma la sua esibizione è piatta. Priva di sentimento, vuota. Manca la forza, il dolore. Manca il cuore in tutta la canzone.

Chiude Aiello con Vegas Jones e la loro versione di “Gianna” di Rino Gaetano. Aiello continua a urlare invece di cantare; sembra di assistere alla serata karaoke del pub sotto casa. In più la parte rap di Vegas Jones è davvero terrificante. I voti degli ulti tre cantanti sembrano la formazione di calcio: 4-4-3.

Ormai sono le due e subito arriva la classifica

Come detto all’inizio questa serata viene valutata dall’orchestra del festival. Quindi senza aspettare tanto Amadeus annuncia la prima classifica ovvero proprio quella del voto dei membri dell’orchestra.

1) Ermal Meta
2) Orietta Berti
3) Extraliscio feat. Davide Toffolo
4) Willie Peyote
5) Arisa
6) Mankesin
7) Annalisa
8) Max Gazzè
9) La Rappresentante di Lista
10) Ghemon
11) Lo Stato Sociale
12) Gaia
13) Irama
14) Colapesce Dimartino
15) Fulminacci
16) Malika Ayane
17) Noemi
18) Madame
19) Francesco Renga
20) Fasma
21) Francesca Michielin e Fedez
22) Aiello
23) Bugo
24) Gio Evan
25) Random
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Subito dopo viene annunciata la classifica generale; la somma dei voti della giuria demoscopica e dell’orchestra del festival che vede ai primi 10 posti:

1) Ermal Meta
2) Annalisa
3) Willie Peyote
4) Arisa
5) Irama
6) Lo Stato Sociale
7) Malika Ayane
8) Extraliscio feat. Davide Toffolo
9) Orietta Berti
10) Maneskin

 

Posso dire di essere in totale disaccordo con la classifica sia dei top 10 che di quella dell’orchestra.

Ora vediamo che succede oggi con la finale delle nuove proposte e l’esibizione delle 26 canzoni in gara.

 

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