Si è svolto la settimana scorsa a Cagliari il XXV Congresso Nazionale delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio, dal titolo “Lungo le strade dell’uguaglianza”; evento che ha rappresentato il culmine di un percorso partecipato di riflessioni condotto dall’ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio SpA sul tema delle disuguaglianze in Italia, sulle sperimentazioni già in atto e sulle nuove azioni da mettere in campo per contribuire a contrastarle.
Come ha ricordato nella sua Relazione Introduttiva il Presidente dell’ACRI, Francesco Profumo, “acuite dalla pandemia negli ultimi anni, le disuguaglianze del nostro Paese sono sensibilmente aumentate. Disuguaglianze territoriali tra Nord e Sud del Paese, tra grandi città e aree interne; disuguaglianze di genere in termini salariali, di opportunità di lavoro, di possibilità di carriera; disuguaglianze sociali tra garantiti e non, per le diverse forme di contrattualizzazione del lavoro; disuguaglianze generazionali tra giovani e adulti a causa di una mobilità sociale da anni bloccata; disuguaglianze di diritti tra chi nasce nel nostro Paese e chi decide di venirci a vivere”. Né e stato sufficiente – ha proseguito Profumo – il solo sviluppo economico a sanare queste forme di disuguaglianze, come, orma,i l’esperienza di questi anni ha insegnato. Sembra, dunque, necessario percorrere la strada della coesione sociale per realizzare una crescita radicata e duratura nella consapevolezza che “la disuguaglianza non è solamente ingiusta, ma anche portatrice di una complessiva inefficienza dell’intero sistema“.
Sempre sul tema delle disuguaglianze era intervenuto alcuni giorni prima, nell’ambito di un incontro pubblico, promosso dalla società editrice Il Mulino, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. In questo caso il tema è stato analizzato alla luce dei grandi cambiamenti sviluppatisi nello scenario del capitalismo democratico negli ultimi trenta anni e del loro impatto sulla sviluppo delle Nazioni e dell’Italia, in particolare.
Le riflessioni del Governatore, corredate da un solido impianto statistico, hanno individuato alcune delle criticità più rilevanti: dagli effetti negativi della globalizzazione, a quelli del progresso tecnologico della Pandemia da Covid ’19, alla dinamica demografica e alla pressione migratoria. Soffermandosi, poi, sull’Italia sono state messi in evidenza gli aspetti differenziali del disagio di ampie fasce della popolazione rispetto all’analogo fenomeno manifestatosi in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, con l’emersione di un paradosso: la bassa dotazione di capitale umano, che contraddistingue l’Italia, accompagnata da un livello di remunerazione più modesto.
Per Visco la maggiore sensibilità a questo tema da parte degli economisti e della classe politica dovrà concretizzarsi nell’adozione di misure rilevanti sul piano quantitativo, come quelle configurate nel PNRR, ma, anche e soprattutto, qualitativo. Spicca, in particolare, l’importanza dell’investimento in conoscenza, in una visione che la elegge a fattore centrale del ciclo vitale di ciascuna persona. L’istruzione, infatti, consente, secondo il Governatore della Banca d’Italia, “una partecipazione piena ed attiva alla vita non solo economica del Paese da parte dei cittadini”, fornisce le competenze necessarie alle persone, accresce il loro senso civico e la capacità di comprendere il mondo, “partecipando al processo decisionale pubblico e promuovendo valori che contribuiscano a una maggiore coesione sociale”.