Liste di attesa-480 giorni per visita oncologica, 526 per ecodoppler

Dal terzo Rapporto civico sulla salute, presentato da Cittadinanzattiva al Ministero della Salute,  con i dati relativi a 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 (in crescita di 9.971 rispetto all’anno precedente) emerge che tra i tempi d’attesa indicati dai cittadini, alcuni esempi  sono:  468 giorni per una prima visita oculistica in classe P (programmabile, da eseguire entro 120 giorni); 480 per una visita di controllo oncologica in classe non determinata; 300 giorni per una visita oculistica di controllo in classe B (breve da erogare entro 10 giorni); 526 giorni per un ecodoppler tronchi sovraaortici in classe P (programmabile, da erogare entro 120 giorni); 437 giorni per un intervento di protesi d’anca in classe D (entro 12 mesi), 159 giorni per un intervento per tumore alla prostata in classe B (entro 30 giorni).

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, sottolinea: “Rivendichiamo per la sanità pubblica risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio del nostro Paese, impoverita e desertificata, ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci in che modo sono impiegate le risorse, visto che i Livelli essenziali di assistenza non sono ancora mai stati aggiornati, dal 2008 non si propone al Parlamento un Piano sanitario nazionale, e visto che sono state di recente approvate riforme pur significative, come quella sulla non autosufficienza degli anziani, senza investimenti e senza un Patto di corresponsabilità fra Stato centrale e Regioni”

La quota di cittadini che rinuncia ad una visita a causa dei tempi di attesa troppo lunghi, raddoppia rispetto al 2019. L’indagine evidenzia: “La quota delle persone che hanno dovuto fare a meno delle cure ammonta al 7,6% dell’intera popolazione nel 2023, in aumento rispetto al 7% dell’anno precedente. Con 372mila persone in più, si raggiunge un contingente di circa 4,5 mln di cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per problemi economici, di liste di attesa o di difficoltà di accesso, anche territoriale”

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