La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di mantenere invariato il costo del denaro, seguendo la decisione analoga della Federal Reserve (Fed) nella serata precedente. I tassi sui rifinanziamenti principali, sui depositi e sui prestiti marginali rimangono fissi rispettivamente al 4,50%, 4%, e 4,75%. Questa rappresenta la seconda interruzione consecutiva nel ciclo di rialzi avviato a luglio 2022.
Nella stessa giornata, la Bank of England (BoE) ha confermato l’immobilità dei tassi d’interesse britannici al 5,25%, segnando il secondo mese consecutivo senza variazioni. Questa decisione giunge dopo 14 incrementi consecutivi adottati per contrastare l’inflazione.
Analogamente, la Banca Centrale Svizzera (Bns) ha confermato il mantenimento dei tassi all’1,75%, rispecchiando le aspettative del mercato.
Le attenzioni si rivolgono ora al prossimo anno, quando il mercato sembra già considerare una serie di riduzioni del costo del denaro. La BCE afferma che, nonostante una diminuzione recente dell’inflazione, potrebbe verificarsi un temporaneo aumento nel breve periodo. Secondo le ultime proiezioni per l’area dell’euro, si prevede una graduale riduzione dell’inflazione nel corso del prossimo anno, avvicinandosi all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% entro il 2025.
Gli esperti stimano che l’inflazione complessiva si attesterà in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Rispetto alle previsioni di settembre, sono state riviste al ribasso le proiezioni per il 2023 e soprattutto per il 2024.