Lotta all’evasione, Leo riattiva il redditometro

Tensioni e divergenze in maggioranza con il ritorno del redditometro. In mattinata Forza Italia e Lega hanno scoperto, con tanto di uscita in Gazzetta ufficiale, il decreto firmato dal vice Ministro all’Economia Maurizio Leo che riattiva la discussa misura.

Il redditometro è uno strumento di accertamento basato sull’analisi della distanza tra la dichiarazione dei redditi e le spese sostenute dal contribuente in determinato anno. Questa particolare misura era stata oggetto di pensanti critiche, come quella espressa dall’attuale Premier Meloni nel 2013.

Immediatamente contrari si sono dichiarati i rappresentanti in Parlamento di Forza Italia, che hanno ribadito il loro storico “no” a questa misura. Gli azzurri hanno fatto trapelare perplessità sulla misura, con i dirigenti impegnati a verificare cosa sia successo con il Governo. Misura che secondo i forzisti citati da ANSA confliggerebbe con il provvedimento del concordato preventivo contenuto nella delega fiscale.

Perplessa anche la Lega che giudica “strana” la proposta di Leo per via delle posizioni assunte dalla destra nel tempo sul redditometro. Ne ha parlato il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo: “Mi sembra di capire che sia un provvedimento fatto dal viceministro Leo quindi chiedete a FdI. La trovo solo un po’ strana come proposta, perché noi del centrodestra siamo stati sempre stati critici su questi strumenti“.

A chiarire la vicenda ci ha pensato proprio il Vice Ministro Leo: “Il centrodestra è sempre stato contrario al meccanismo del redditometro, introdotto nel 2015 dal Governo Renzi. Il decreto ministeriale, pubblicato in questi giorni in Gazzetta, mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria di attuare l’accertamento sintetico, ovvero la possibilità del Fisco di contestare al contribuente incongruenze fra acquisti, tenore di vita e reddito dichiarato. Potere previsto dall’ordinamento tributario fin dal 1973“.

Con il decreto del Governo, a detta di Leo, è stata corretta una stortura che si è creata nel 2018. Il Governo Conte 1 aveva abolito il dm 16 settembre 2015, il cosiddetto ‘redditometro’, del Governo Renzi. L’esecutivo di Conte aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente. L’obiettivo era limitare al minimo il contenuto induttivo dell’accertamento, privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente.

Purtroppo quel decreto non è mai stato emanato. Invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all’azione dell’amministrazione finanziaria nell’applicazione dell’accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione“, ha dichiarato Leo.

(Screenshot YouTube)

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