Spettro scissione nel Movimento 5 Stelle. Di Maio raduna i giornalisti per lanciare un nuovo affondo nei confronti dell’ex premier. Il lungo j’accuse del ministro parte da un’analisi spietata dell’ultima tornata elettorale:
“Noi non abbiamo mai brillato alle amministrative, ma non siamo andati mai così male… Non si può dare sempre la colpa agli altri, non si può risalire all’elezione del Presidente della Repubblica per dire che le elezioni amministrative sono andate così male. Credo che bisogna anche un po’ assumersi delle responsabilità rispetto ad un’autorefenzialità che andrebbe un po’ superata”. Lancia il suo appello Luigi Di Maio e chiede “un grande sforzo di democrazia interna”.
“Noi – insiste l’ex capo politico – non veniamo da una storia che si è distinta per democrazia interna ma proprio per questo, rispetto anche a un nuovo corso, servirebbero più inclusività, più dibattito interno e anche includere di più persone esterne al Movimento”. E in seno a questa ottica, tocca il punto della politica estera. “Non credo che sia opportuno assumere decisioni che di fatto disallineano l’Italia dall’alleanza Nato e dell’alleanza europea”, dice il Ministro.
La replica di Conte: che Di Maio “faccia lezioni di democrazia interna fa sorridere”
Replica a distanza di qualche ora Giuseppe Conte. “Chiede democrazia interna – si riferisce a Di Maio -? Quando era leader c’era un solo organo politico: il capo politico. Che faccia lezioni adesso di democrazia interna a questa comunità, fa sorridere”. Se Di Maio vuole fare un suo partito “ce lo dirà lui nelle prossime ore, non sono nella sua testa”. Conte bolla come una “stupidaggine” dire “che la posizione del M5S è anti-atlantista”. E attribuisce il motivo delle tensioni interne al prossimo voto online sul tetto dei due mandati, previsto per la fine del mese: “Siamo alla vigilia di un appuntamento importante per la storia del Movimento… È motivo di fibrillazione perché riguarda anche le sorti personali di tantissime persone che con il Movimento si sono impegnate sin qui”. Ha ripreso a parlarne la sera, ospite a Bologna di ‘RepIdee’: “Dire che imito Salvini e il Papeete è un’offesa alla nostra comunità”, ha detto. E ancora: “Oggi il nostro Ministro degli Esteri ha rischiato di sporcare il passaggio di Draghi a Kiev. Oggi dovevamo parlare di questa visita, chiesta a gran voce dal M5S”.
Intanto però dal Movimento qualcuno, nella fattispecie il Senatore Primo Di Nicola, ha pronunciato la parola scissione. “Nessuno ha voglia di andare via, il M5S è casa mia. Ma è necessaria una svolta. Se per esempio si vuole mettere in discussione la posizione dell’Italia in Europa e rispetto alla Nato, saranno magari altri a doversene andare…“, dice il pentastellato all’Adnkronos.