Mancano medici e infermieri, inevitabile un autunno caldo

Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, nel dettagliato rapporto State of the World’s Nursing, mancherebbero oggi 6 milioni di infermieri nel mondo, in particolare nelle nazioni più povere, ha dichiarato Antonio De Palma Presidente Nazionale del Nursing Up.

Il profilo dell’Italia dello State of the World’s Nursing parla di 332.182 infermieri professionali nel 2017, il 47% di tutta la forza lavoro sanitaria, per un totale di una media di 12.117 nuovi laureati l’anno.

Si profila quindi un Autunno a rischio per i servizi per la sanità pubblica a causa della protesta da parte dei medici e anche degli infermieri che si dichiarano pronti ad incrociare le braccia finita l’estate.

“È arrivato il momento di smascherare le contraddizioni di un Governo che da un lato, per bocca del Ministro Orazio Schillaci, ammette la gravità della questione infermieristica, e dall’altro non va oltre vuote dichiarazioni”.

Con queste parole il Segretario Nazionale del Nursind, Andrea Bottega, annuncia lo stato di agitazione di tutto il personale del comparto, prefigurando lo sciopero in autunno.

“La mancata attenzione riservata agli infermieri nel decreto liste d’attesa, licenziato dal Senato ed ora all’esame della Camera – dice – è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Questo provvedimento, infatti, poteva essere l’occasione giusta per l’esecutivo Meloni di dimostrare attenzione alla categoria. E, invece, le proposte di valorizzazione della professione, ampliandone le competenze, avanzate da diversi senatori, sono state irresponsabilmente respinte” – precisa.

Alla base della proclamazione del probabile stato d’agitazione non ci sarebbe solo il decreto liste d’attesa: “Il Governo è in carica da 21 mesi. Un lasso di tempo abbastanza lungo durante il quale, tuttavia, se qualche piccolo risultato i medici lo hanno portato a casa, nulla è stato fatto per gli infermieri” – dice Bottega.

“Nulla è stato fatto e neppure programmato, per esempio, contro il demansionamento e nulla si intravede all’orizzonte a livello di risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto di comparto, nonostante l’impatto negli ultimi due anni dell’inflazione sui salari di una categoria già tra le meno pagate in Europa. E che dire, infine, dell’indifferenza da parte delle istituzioni rispetto a un tema altrettanto sentito come il mancato riconoscimento del lavoro infermieristico quale usurante?” – rimarca il Rappresentante del Nursind.

 

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