Tre emendamenti della Lega alla legge di bilancio, nonostante le assicurazioni di una Manovra 2024 blindata, senza proposte di modifica da parte dei partiti di maggioranza. In Transatlantico alla Camera nella giornata di martedì ambienti di Fratelli d’Italia non escludevano iniziative di “cavalli pazzi”, vale a dire di singoli parlamentari: “Ma l’accordo dovrebbe reggere“, la convinzione.
In serata tre emendamenti del Carroccio hanno scombinato i piani, tanto che in ambienti parlamentari rimbalzano rumors di una telefonata chiarificatrice tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo vice, nonché leader della Lega, Matteo Salvini. Nelle prossime ore, stando alle stesse fonti interpellate dall’Adnkronos, la Lega dovrebbe ritirare gli emendamenti finiti nel mirino.
Sono circa 2650 in totale gli emendamenti presentati dalle opposizioni in Commissione Bilancio del Senato alla Manovra 2024: il termine di presentazione scadeva alle 20.00 di martedì 21 novembre. Dai dati arrivati dai gruppi sono 1103 gli emendamenti del Pd, 945 quelli del Movimento Cinque Stelle, 329 quelli d Alleanza Verdi e Sinistra, 180 quelli di Italia Viva, 91 quelli di Azione.
Salario minimo e sanità sono i due fronti su cui le opposizioni marciano unite. Sul primo punto è stato sottoscritto l’emendamento a prima firma Stefano Patuanelli dai capogruppo PD Francesco Boccia, quello di Alleanza Verdi-Sinistra Giuseppe De Cristofaro e da Azione. Sul versante sanità è stato condiviso un pacchetto “composto da tre emendamenti comuni”. Ci sono le firme di Pd, M5S, Avs, Più Europa e socialisti. Non c’è però quella del partito di Carlo Calenda. Il nodo, si spiega, è e resta quello delle liste di attesa. “Non li abbiamo sottoscritti perchè non hanno portato a nulla sul piano liste di attesa“, dicono da Azione interpellati dall’Adnkronos.
Tra i parlamentari dem però si confida che anche Azione possa aggiungersi in corso d’opera su parte delle proposte unitarie delle opposizioni. I tre emendamenti presentati riguardano lo stanziamento di 4 miliardi per il 2024 sul settore “per raggiungere gradualmente una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5 % del Pil“, di cui 1 per l’assunzione di nuovo personale sanitario. Quindi un “fondo di 600 milioni” per l’assistenza delle persone anziane non autosufficienti “per la quale la legge di Bilancio non prevede alcun finanziamento”.
L’ultimo emendamento è quello sulle liste di attesa su cui c’è stata la distinzione con Azione. “Stiamo lavorando per vedere se riusciamo a far sottoscrivere gli altri. Il confronto con Azione va avanti”, dicono fonti parlamentari dem. Ma dalle parti del partito di Calenda non si nasconde l’irritazione: “Per noi -si spiega all’Adnkronos – era un pacchetto complessivo. Voteremo le cose che condividiamo, ma non si può stare sempre ai capricci dei 5 stelle. Tipo oggi su Albania. Avevamo trovato risoluzione unitaria e alla fine era poco. Anche basta diciamo“.
(Foto da screenshot)