Dopo il saluto del Cardinale Zuppi e la sua omelia su San Francesco, il Presidente della Repubblica ha parlto ai tantissimi che sono giunti ad Assisi per le solenni celebrazioni di San Francesco, Patrono d’Italia.
“La pace è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente”, ha detto.
Poi ha continuato: “Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale”.
“La pace è connaturata all’armonia con il Creato”
“La pace – ha proseguito il Capo dello Stato – non è soltanto assenza di combattimenti bensì, ci ricorda san Francesco, è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda tutti noi, nessuno è irrilevante. E’ un compito che va svolto insieme”.
Infine nell’elenco delle urgenza, la pandemia che – ha detto Mattarella – “non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ridotto grandemente la pericolosità e salvato la vita a decine di migliaia di persone. Occorrerà ancora intelligenza collettiva e responsabilità”.