Un nuovo dettaglio si svela dei tanti misteri intorno alla Gioconda, fra l’altro raggiunta da una fetta di torta qualche giorno fa al Louvre. Al centro della nuova rivelazione: il paesaggio che fa da sfondo. È toscano. E questo già ristringe il campo. “Più precisamente è quello della valle dell’Arno vicino alla torre di Caprona, a Vicopisano“, oggi in provincia di Pisa.
Ad aggiungere questo dettaglio è lo studioso francese Pascal Cotte, ricercatore scientifico e direttore della Lumiere Technology. Ha presentato la sua scoperta a Vinci (Firenze) durante la conferenza “La Gioconda svelata dalla scienza. Una nuova scoperta mondiale”. L’identificazione del paesaggio con una maggiore precisione è avvenuta a partire dalla digitalizzazione della Gioconda realizzata dallo stesso Cotte su richiesta del Louvre di Parigi, dove il capolavoro leonardiano è conservato.
Lo studio delle carte geografiche disegnate da Leonardo e due schizzi con la sanguigna, pubblicati dal grande studioso leonardiano Carlo Pedretti, hanno permesso di confermare questa identificazione paesaggistica e di ripercorrere il passaggio di Leonardo sui monti pisani, da Vicopisano, Cascina, Calci.
In un precedente studio individuata il luogo della “Vergine delle Rocce”
Sylvain Thieurmel, ricercatore specializzato nella pittura di Leonardo, ha effettuato una serie di ricerche in Toscana. Thieurmel ha ipotizzato che l’artista-scienziato fu accompagnato dal suo allievo e amante Salai dalla torre di Caprona alla Verruca. La sua ricerca lo ha portato alla scoperta anche di una grotta situata a Uliveto Terme, ai piedi del monte Verruca. Una maestosa roccia che assomiglia peraltro al paesaggio che Leonardo dipinse nella “Vergine delle Rocce”, sempre al Louvre.
Fondamentale nelle nuove ricerche è stata la tecnica scientifica Layer Amplification Method grazie alla quale sono stati scandagliati in maniera non invasiva gli strati nascosti sotto la superficie del dipinto. Scattando anche immagini multispettrali in alta risoluzione e ricostruendo l’esatta cronologia della creazione dei vari stati dipinti, il resto del lavoro.
Fra gli altri studiosi che si era espressi c’è anche Cotte che già nel 2015 aveva formulato la tesi secondo cui dietro il ritratto più enigmatico della storia dell’arte ci fosse uno schizzo preparatorio non visibile a occhio nudo. Questo avrebbe rappresentato una sorta di identità nascosta della Monnalisa.
“Studiare Leonardo è stimolante, ci offre sempre uno spunto in più di ricerca – ha commentato il sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia -. Ed è anche l’occasione per scoprire aspetti nuovi della vita del genio rinascimentale. Ed è bellissimo vedere come arte e scienza, che sembrano due mondi diversi, siano in realtà collegate tra di loro. Come Comune la nostra volontà è esaltare Leonardo a 360 gradi, andando ad analizzare ogni singolo dettaglio di una figura che ha cambiato il mondo”.