Alexey Navalny è stato rinchiuso di nuovo in cella di isolamento. È l’undicesima volta da agosto. Lo annuncia sui social media la Portavoce Kira Yarmish, ne scrive su Twitter anche la figlia Dasha. Novaya Gazeta Europa sottolinea che in poco più di cinque mesi Navalny è stato costretto a trascorrere ben 113 giorni in cella di rigore.
My father is in the penalty isolation cell for the eleventh time because he didn’t “introduce himself correctly”. They are scared and angry the #freeNavalny campaign is getting a turnout. Don’t be silent! We are louder and stronger together! #FreeNavalny
— Dasha (@Dasha_Navalnaya) January 25, 2023
Stavolta il motivo ufficiale è che l’oppositore, in carcere per motivi politici, si sarebbe “presentato in maniera non corretta”, pretesto con il quale gli sono stati inflitti otto giorni di punizione.
Questi continui provvedimenti nei confronti dell’oppositore, secondo ong e oppositori, sono inflitti per motivi pretestuosi e ritenuti un sopruso delle autorità. Si teme per la sua salute: nelle ultime settimane uno dei suoi avvocati ha dichiarato che Navalny era in cella di rigore con febbre e tosse e che le guardie non gli consegnano i farmaci di cui aveva bisogno.
Proseguono le proteste e la campagna #FreeNavalny
Sono trascorsi più di due anni ormai dall’arresto di Navalny, lo scorso 17 gennaio. Nello stesso giorno è stata lanciata la campagna #FreeNavalny per chiederne la liberazione. All’appello si sono uniti anche i giornalisti premi Nobel per la Pace Dmitri Muratov e Maria Ressa. Muratov e Ressa, in particolare, hanno chiesto l’intervento della Croce Rossa Internazionale. Lo scorso martedì, infine, una copia della cella di punizione in cui viene ripetutamente rinchiuso Navalny è stata aperta davanti all’ambasciata russa a Berlino per protesta.