Ricordando la scorsa settimana il decennale dell’istituzione di OAM – Organismo Agenti e Mediatori, un’associazione successivamente trasformata in Fondazione di diritto privato, il Presidente del Comitato di Gestione, Francesco Alfonso, ne ha voluto sottolineare i tratti salienti della sua operatività fin qui esplicata e le nuove sfide che l’attendono.
Inizialmente, la funzione di OAM, legata al recepimento nel nostro ordinamento della prima direttiva sul credito al consumo e alla connessa tutela del consumatore, ha certamente influito in maniera decisiva sulla normalizzazione di un settore, quello degli agenti e dei mediatori creditizi, sviluppatosi in modo anomalo sul piano quantitativo (a fine 2010 si contavano oltre 190mila persone) con forme di controllo più incisive per l’accesso alla professione e al successivo svolgimento dell’attività. Attualmente nel registro dell‘ OAM, che conta una cinquantina di dipendenti, gli iscritti tra agenti e mediatori ammontano a 27mila unità.
Oltre a questa funzione di controllo nell’ottica di un’efficace prevenzione e, più in generale, del contrasto dell’abusivismo finanziario, vanno, poi, ricordati due altri aspetti dell’operatività di questo organismo.
Da un lato il graduale ampliamento del perimetro di competenze, legato all’affidamento in gestione all’OAM prima del Registro dei cambiavalute e, poi, dell’altro dei Compro Oro, ai quali ultimamente, dalla metà dello scorso mese di maggio, si è aggiunto quello degli operatori in criptovalute.
Dall’altro il rafforzamento dei poteri attribuiti a questa Istituzione, quale quello di infliggere dal 2017 sanzioni pecuniarie (in precedenza si potevano adottare soltanto provvedimenti di sospensione o, nei casi più gravi, di cancellazione degli iscritti dal Registro); contemporaneamente, va ricordato che si sono andati moltiplicando gli interventi di moral suasion nei confronti degli operatori.
I cambiamenti che si sono registrati nell’ultimo decennio nel mercato creditizio e quelli da metter in conto nel prossimo futuro per l’irrompere delle forme applicative di digitalizzazione bancaria, se da un lato rendono inevitabile un adeguamento normativo su base europea (si attende con trepidazione il varo di una seconda direttiva sul credito al consumo); dall’altro non possono non riflettersi sull’operatività di questo organismo.
Si giustificano, in questa prospettiva, sia la richiesta avanzata da Francesco Alfonso di un rafforzamento dei poteri di vigilanza di OAM con un’estensione della potestà sanzionatoria anche ai collaboratori che operano a contatto del pubblico per conto di agenti e mediatori e con l’introduzione di ulteriori strumenti sanzionatori di tipo amministrativo; sia la rinnovata attenzione e il contributo fattivo spesi da questa istituzione per contribuire all’aggiornamento professionale degli iscritti e al miglioramento delle loro competenze, anche in ottica tecnologica, per una valorizzazione del ruolo di agenti e mediatori allargato, per esempio, al settore dei Fondi di Credito.