Odessa: truppe ucraine colpiscono incrociatore russo

L’offensiva russa continua nel frattempo a puntare sul Donbass, dove si continua a bombardare e la Russia sta raggruppando le forze per tentare di prendere il controllo dell’intero territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk.
La resistenza della Difesa dell’Ucraina non si arrende e passa al  contrattacco come è avvenuto ieri in tarda serata a Odessa, da dove sono stati lanciati due missili antinave Neptune che hanno colpito l’incrociatore ‘Mosca’ della flotta russa del Mar Nero, provocando “gravissimi danni”, secondo il Governatore  Maksym Marchenko.

Sull’incrociatore, che trasportava 510 membri dell’equipaggio, si sarebbe sviluppato un incendio. Un’operazione dal forte impatto anche simbolico per Kiev, visto che si tratterebbe della stessa nave che aveva preso d’assalto l’Isola dei Serpenti, sequestrando i ‘marinai-eroi’ che avevano rifiutato la resa.

Continuano, comunque, le voci della propaganda di guerra da entrambe le parti. Dopo che i separatisti filo-russi avevano rivendicato il “totale controllo” del porto – negato, però, da Kiev, ma riaffermato stasera da Mosca – la propaganda russa ha descritto  un nemico ormai alle corde, piegato e sempre più demoralizzato a tal punto che 1.026 militari ucraini si sarebbero arresi, tra cui 162 ufficiali e 47 soldatesse.

Secondo il portavoce della Difesa russa, a cedere le armi sarebbero  state le truppe “della 36/ma Brigata di Marines, nei pressi dell’acciaieria Ilyich, da giorni al centro di notizie contrastanti via social e di smentite di una resa. Tuttavia, il Governo di  Kiev ha smentito che abbiano ceduto.

Il Portavoce di Zelensky ha rivendicato che alcuni Reparti  della stessa Brigata sarebbero riuscite a unirsi con il Reggimento  Azov, raggiungendo i militari nel loro fortino.

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