50 mila donne a Gaza sono attualmente incinte, 5500 dovrebbero partorire entro il mese prossimo. Questi i numeri allarmanti resi noti dall’Onu, che chiede nuovamente il cessate il fuoco. A Lanciare un appello la vicedirettrice esecutiva di UN Women, Sarah Hendriks, basatasi sui dati dell’agenzia delle Nazioni Unite responsabile della salute sessuale e riproduttiva.
Hendriks rimarca la necessità per le donne e le ragazze di Gaza di accedere a un riparo sicuro e di poter contare sull’assistenza sanitaria materna. Secondo l’Oms, però, un terzo degli ospedali del territorio e quasi due terzi delle cliniche di assistenza sanitaria di base sono chiusi. L’allarme però, si estende anche alle situazioni familiari, poiché a causa delle vittime del conflitto sarebbero quasi 900 le famiglie con donne a ricoprire il ruolo di capofamiglia. Hendrisk, infine, ha parlato di una crescente e sempre presente minaccia della violenza di genere, ancor più cruda a causa dello sfollamento di massa e dalle condizioni nei rifugi sovraffollati.
L’Onu, in mattinata, afferma che gli avvisi anticipati emessi dall’esercito israeliano alle popolazioni affinché evacuino le aree che intende prendere di mira non fanno alcuna differenza. Secondo la coordinatrice degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, Lynn Hastings “Nessun luogo è sicuro a Gaza“.
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