Operazione “Principi e Caporali”: braccianti sfruttati a Foggia

Sono state accertate e documentate condizioni di sfruttamento che costringe numerosi braccianti extracomunitari africani, impiegati a lavorare nelle campagne della Capitanata e che vivono in baraccopoli con 2000 persone.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia e condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Manfredonia e da quelli del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Foggia.

La situazione nelle campagna vede numerosi braccianti costretti a lavorare in evidente stato di sfruttamento e utilizzare furgoni, privi di assicurazione e modificati che trasportano 25 persone anziché 9 come di norma.

Attraverso pedinamenti, i Carabinieri hanno coperto che i braccianti, per la maggior parte africani, vengono prelevati dalle baraccopoli di Borgo Mezzanone  e trasportati nelle campagne di Stornara (FG), per essere poi impiegati nel lavoro nei campi con ritmi estenuanti, spesso senza dispositivi di protezione, con costante controllo dei caporali.

L’indagine si chiama “Principi e Caporali” ed è stata condotta con il fondamentale ausilio delle attività tecniche di intercettazioni telefoniche, grazie alle quali è stato possibile cristallizzare il sistema di selezione e reclutamento della manodopera messo in piedi dai proprietari delle aziende incriminate, padre e due figli, che avvalendosi di stretti e fidati collaboratori, italiani e non, avevano messo in piedi un apparato “quasi perfetto”, che andava dall’individuazione della forza lavoro necessaria per la lavorazione dei campi, al reclutamento della stessa, fino al sistema di pagamento, risultato palesemente difforme rispetto alla retribuzione stabilita dal CCNL, nonché dalla tabella paga per gli operai agricoli a tempo determinato della provincia di Foggia.

Le buste paga sono risultate non veritiere e i lavoratori non venivano neanche sottoposti alla prevista visita medica. Agli indagati, 10 in totale, di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 6 sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g., viene contestato l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro.

Tutti i soggetti impiegavano manodopera costituita da decine di lavoratori africani, allo scopo di destinarla alla coltivazione di terreni agricoli di proprietà, sottoponendo i predetti lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno pretendendo dagli stessi anche del denaro sia per il trasporto che per l’assunzione, con l’aggravante di aver commesso il fatto impiegando un numero di lavoratori superiori a tre.

Il GIP di Foggia ha disposto il sequestro preventivo – comprensivo delle relative sedi operative, dei beni mobili registrati e degli immobili e l’assoggettamento al controllo giudiziariodi 8 aziende agricole.

Le complesse ed articolate indagini svolte dai militari del NOR della Compagnia di Manfredonia e da quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro sono state effettuate con il supporto di personale del progetto SU.PRE.ME, che ha messo a disposizione delle indagini un mediatore culturale, impiegato dai carabinieri nelle attività tecniche di intercettazioni telefoniche quale valido e fondamentale interprete, il cui contributo ha avuto un peso considerevole per il buon esito dell’indagine.

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