Colpevole di innocenza e’ il titolo di un noto film che racconta una vicenda paradossale vissuta dalla protagonista, e sebbene la storia sia ovviamente diversa, il titolo del film ben si adatta alla vicenda che ha come protagonista la Vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone.
Ls parlamentare sarebbe ritenuta colpevole da alcuni commentatori sui social, e come tale ritenuta da costoro destinataria di insulti e offese, per aver detto ciò che pensa intervenendo, con le proprie dichiarazioni, legittimamente e politicamente condivisibili o meno, sui contenuti del recente botta e risposta tra il Garante del M5S Beppe Grillo e il Presidente del Movimento Giuseppe Conte.
L’attacco sui social viene definito dalla Senatrice con la definizione in lingua inglese di hate speech, coniata negli Stati Uniti e riferita ai discorsi d’odio con espressioni d’intolleranza che vengono rivolte, oggi sempre più spesso, nei confronti delle minoranze in generale.
Nulla di strano se si trattasse di commenti non offensivi limitati al modo di pensare dell’autore, ma sempre più spesso si leggono, invece, espressioni lesive della dignità della persona e contrarie al vivere civile.
Un fenomeno sempre più presente nelle nostre società e che è favorito dalla comunicazione online sulla quale servirebbe un maggiore e più efficace controllo da parte delle Autorità, in Italia come nel resto del mondo.
La vicenda della furia social che si è abbattuta contro la Senatrice per aver sostenuto le parole di Grillo sui principi fondanti del Movimento al quale la parlamentare appartiene non è l’unica. Fu, infatti, proprio la Senatrice Castellone ad intervenire da rappresentante delle Istituzioni – per esprimere la propria solidarietà alla Ministra Lucia Azzolina, che sui social fu investita da insulti volgari e sessisti, contro la sua azione di Governo.
Riportiamo il post che la Vicepresidente del Senato ha scritto sulla sua pagina Facebook e le conseguenti azioni che la Senatrice intende intraprendere contro chi l’ha offesa e insultata.
Ho sempre difeso la libertà di espressione e di critica, ma dopo la violenza degli attacchi ricevuti per il mio post sui principi fondanti del Movimento 5 Stelle, ho deciso di querelare gli autori dei commenti più sessisti, volgari e violenti che mi sono stati rivolti in questi giorni.
Lo faccio per rispetto alla mia dignità di donna, di mamma e di rappresentante del popolo italiano.
Lo faccio per tutte quelle persone che subiscono questo odio sui social e non hanno modo di difendersi.
E lo faccio anche per tutelare la comunità del Movimento 5 Stelle e liberarla da pseudo tifosi che non hanno nulla in comune con i nostri principi e valori democratici e con la “cura delle parole” invocata nel nostro statuto e dal nostro Presidente. State certi che lavorerò con ancora più forza per combattere ed arginare l’hate speech.
Gli eventuali risarcimenti che mi saranno accordati saranno interamente devoluti ad una casa rifugio per le donne vittime di violenza.
Permettetemi infine di ringraziare le tante persone che in queste ore mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e solidarietà. Vi abbraccio tutti.
Mariolina
In Italia esiste un provvedimento legislativo che punisce chi usa la violenza verbale lesiva della dignità delle persone. La legge del 25 giugno 1993, n. 205 è un atto legislativo della Repubblica Italiana che sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi e nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di emblemi o simboli.