Roma, 31 mag. (Adnkronos) – Sulla base dei dati comunicati dal Ministero dell’economia e delle finanze, al 31 dicembre 2022 risultano rilevate spese sostenute per circa 24,48 miliardi di euro mentre al 28 febbraio 2023 “risultano rilevate spese sostenute per circa 25,74 miliardi di euro”. E’ quanto si legge nella relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti con 39 miliardi di euro di risorse è l’amministrazione centrale che gestisce oltre il 20% delle risorse totali previste dal Pnrr e ha registrato un livello di spesa al 12%. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è responsabile di 34 miliardi pari al 18% del piano e ha fatto registrare una spesa del 25%, tale risultato è imputabile al Sismabonus ed Ecobonus. La terza amministrazione centrale in termini di assegnazione delle risorse è il Ministero delle imprese e del made in Italy con il 10% del totale delle risorse del Piano e ha fatto registrare un livello di spesa raggiunto è pari al 33%. “La maggior parte delle amministrazioni, comunque, – si legge nella relazione – ha registrato un livello di spesa inferiore alle previsioni che denota un ritardo nella fase di definizione e avvio delle misure che potrebbe incidere sulla effettiva realizzazione dell’intero Piano con particolare riferimento al pieno raggiungimento degli obiettivi finali”.
Le misure che hanno registrato un maggiore livello di spesa risultano essere quelle attuate dalle imprese attraverso incentivi automatici o contributi. La categoria ‘Concessione di contributi a soggetti diversi da unità produttive’ al 31 dicembre 2022 ha fatto registrare il 59% di spesa sostenuta rispetto alla dotazione finanziaria complessiva assegnata seguita dalla voce ‘Concessione di incentivi ad unità produttive’ con il 21%. Si tratta per lo più di interventi riferiti alle misure automatiche già attive (Ecobonus e Transizione 4.0). Questo tipo di misure nel corso del 2023 potrà registrare importanti avanzamenti di spesa.
La terza categoria di spesa è quella relativa alla ‘Realizzazione di lavori pubblici’, per la quale a fronte di una dotazione finanziaria di circa 91 miliardi di euro, di cui 48 miliardi riferibili a progetti in essere, si legge nella relazione, si rileva un livello di spesa di 7,2 miliardi, pari all’ 8 per cento. Un’altra categoria di spesa che mostra valori inferiori alla media in termini di spesa sostenuta è costituita dagli ‘acquisti’: ciò dipende, essenzialmente, dalle strozzature nelle filiere produttive e dalla assenza di materie prime. Il livello di spesa relativo alla categoria ‘realizzazione di lavori pubblici’ richiede una attenta valutazione tenendo conto della numerosità e della eterogeneità degli interventi previsti, della loro complessità e strategicità oltre che delle condizioni esogene rappresentate nel successivo capitolo.
Per gli anni 2021 e 2022, si ricorda nella relazione, l’Italia ha conseguito i 151 obiettivi previsti dal Piano (51 del 2021 e 100 nel 2022) e ha incassato le corrispondenti risorse europee, pari a complessivi 66,9 miliardi di euro. Ulteriori 19 miliardi di euro sono previsti al completamento delle fasi di controllo degli obiettivi raggiunti al 31 dicembre 2022.