(Adnkronos Salute) – La connessione diretta tra Pnrr e costruzioni è stata evidenziata anche da un recente studio di Bankitalia, “L’occupazione attivata dal Pnrr nelle costruzioni a livello regionale”, secondo cui il settore edile sarebbe il principale destinatario dei fondi del Piano e registrerebbe la variazione occupazionale più elevata. Lo studio stima che nel quadriennio 2023-2026 i nuovi posti di lavoro delle costruzioni dovrebbero essere circa 62 mila l’anno, per un totale di oltre 240 mila. In particolare, la crescita occupazionale maggiore dovrebbe riguardare alcune regioni del Sud, Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata.
A livello di finanziamenti previsti dal Pnrr, al settore delle costruzioni sono stati destinati 43,5 miliardi di euro, suddivisi per quasi la metà tra cinque regioni: Campania, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia. I progetti di maggiore rilevanza riguardano infrastrutture ferroviarie, specie in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Umbria, sviluppo del sistema portuale in Friuli Venezia Giulia e Liguria, efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, specie in Basilicata, Calabria, Sardegna, Trentino Alto Adige, progetti di rigenerazione urbana, in Calabria e Sicilia, interventi specifici nelle aree colpite dal terremoto in Abruzzo e Marche. Dal punto di vista della categoria dei lavori previsti, le costruzione specializzate rappresentano il 53,5% del totale nazionale, seguono le opere di ingegneria civile con il 36,7% e quelle di ingegneria edile 8,1%.
Tra le principali criticità che emergono dal report di Bankitalia, l’eterogeneità della crescita della domanda occupazionale nell’edilizia. A fronte, infatti dei 62 mila nuovi posti di lavoro previsti su base annua vi sono regioni come Friuli, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta dove attualmente è particolarmente difficile trovare figure specializzate nel settore delle costruzioni, figure che rappresentano il 70% dei nuovi lavoratori richiesti per le opere edili. Per tale motivo è prevedibile un aumento del livello di mobilità dei lavoratori specializzati per poter coprire la domanda a livello di regioni scoperte dal punto di vista di tali figure lavorative. In particolare, le professioni tecniche altamente specializzate dovrebbero essere richieste specie in regioni come Lazio, Abruzzo e Marche, interessate nei prossimi anni da interventi di ingegneria civile, quali l’implementazione della rete ferroviaria e lo sviluppo del sistema portuale. Al fine di incentivare la forza lavoro delle costruzioni, inoltre, Bankitalia prevede un maggiore ricorso ai lavoratori stranieri specie nelle regioni del Nord e del Centro. Da segnalare anche il non trascurabile aspetto del passaggio all’edilizia di lavoratori di altri settori produttivi. A tale proposito si pensi che in Italia dal 2015 al 2019 circa il 10% dei lavoratori delle costruzioni un anno prima lavorava in un altro settore. In definitiva, per soddisfare la crescita nella domanda di lavoro nelle costruzioni potrà essere utile anche il reimpiego di persone inoccupate da parecchio tempo o prive delle competenze tecniche necessaria, puntando su investimenti in politiche di formazione specie con riferimento agli ambiti più rapidamente assimilabili.