Processo allo ‘schema Trump’: mediatico si, ma anche per il Tycoon

Non un reato, non solo 34 capi d’imputazione, ma un vero e proprio schema, lo ‘schema Trump, possiamo dire a due scopi: “nascondere una condotta criminale” e “nascondere informazioni al pubblico” il tutto sullo sfondo delle elezioni presidenziali del 2016. Questo il profilo che viene fuori dalla sentenza di ieri a New York ai ‘danni’ dell’ex Presidente, Donald Trump. Questo quanto ha definito il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg.

In questo schema rientrerebbe il pagamento di 13omila dollari ordinato dall’imputato alla pornostar Stormy Daniels, con cui Trump ebbe una relazione nel 2006, per eliminare le informazioni che avrebbero danneggiato la sua campagna elettorale. Bragg ricorda che Trump invece di dichiarare che i pagamenti all’allora suo avvocato Michael Cohen erano per i soldi versati a Stormy Daniels ha sostenuto che erano “fittizi servizi legali”.

Non solo Stormy Daniels: altri 180mila dollari di pagamenti

Ma Stormy Daniels non è la sola. Nell’accusa anche la vicenda di un altra donna, Karen McDougal, ex modella di Playboy. La donna sostiene di aver avuto una relazione extraconiugale con l’ex Presidente Trump. Nei documenti in effetti non si fa il suo nome ma si parla di “woman 1”, donna 1, che “è stata pagata 150mila dollari per non parlare della presunta relazione sessuale” da American Media Inc, società che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer.

E poi c’è anche il “portiere della Trump Tower che stava cercando, tra l’ottobre e il novembre del 2015, di vendere informazioni riguardo ad un presunto figlio illegittimo dell’imputato”. L’uomo è stato pagato 30mila dollari sempre dalla American Media Inc, che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer.


Trump si difende giunto a Mar-a-lago

“Non esiste un caso, lo dicono tutti gli esperti legali. L’incriminazione è ridicola – dice l’ex Presidente Trump dalla sua residenza in Florida – . Non avrei mai pensato a qualcosa del genere in America, non credevo potesse succedere. L’unico crimine che ho commesso è difendere senza paura la nostra nazione da coloro che vogliono distruggerla. Ora il nostro Paese sta andando all’inferno”.

Il primo su cui punta il dito è il procuratore Bragg “un estremista di sinistra sostenuto da George Soros: ha fatto campagna dicendo che avrebbe preso il Presidente Trump. Ha fatto campagna su questo, senza sapere nulla di me”, spiega il tycoon. Poi si scaglia contro Biden, Harris, fino allo spunto per aprire definitivamente la sua campagna elettorale elencando tutti i down dell’attuale Governo USA. Perché se il processo si profila come un ‘processo mediatico’ è chiaro che Trump non perderà un attimo per cavalcarne l’onda.

Non si arrende: “renderemo l’America di nuovo grande”

“L’economia è a pezzi, l’inflazione è fuori controllo. La Cina si è unita alla Russia, l’Arabia Saudita è con l’Iran. Russia, Iran e Corea del Nord hanno formato una coalizione minacciosa: se io fossi stato presidente non sarebbe mai successo. La Russia ha attaccato l’Ucraina, con me Presidente non sarebbe successo. C’è la minaccia di un uso delle armi nucleari che, durante l’amministrazione Biden, potrebbe portare ad una terza guerra mondiale nucleare: non siamo molto lontani, credeteci o no”. “Siamo una nazione in declino e ora questi pazzi di sinistra vogliono interferire nel processo elettorale: non possiamo permettere che questo accada. Non ho alcun dubbio, renderemo l’America di nuovo grande”, conclude.

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