Il tema dei diritti umani resta primario e vivo nella narrazione del conflitto in Ucraina. Dopo Bucha e Kramatorsk, un nuovo duro colpo in Russia. Il Cremlino decide infatti di chiudere le sedi locali di Amnesty International e Human Rights Watch.
Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International, replica. “Si sbagliano profondamente se credono che chiudendo il nostro ufficio a Mosca interromperanno il nostro lavoro di documentazione e denuncia delle violazioni dei diritti umani”, dice. Poi continua: “Raddoppieremo i nostri sforzi per denunciare le clamorose violazioni dei diritti umani da parte della Russia, sia in patria sia all’estero”.
Ancora sul tema, su Twitter il Ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba scrive: “Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia. Le prove raccolte delle atrocità commesse dall’esercito russo in Ucraina garantirà che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia”.
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Intanto, dall’altra parte dell’oceano la pace passa per Central Park, New York, per 17 giri. Si tratta dell’impesa del mentalista Oz Pearlman. Centosessanta i chilometri per raccogliere fondi per l’Ucarina.