Con queste parole Vladimir Putin commenta la fine di Yevgeny Prigozhin, dopo un silenzio di 24 ore sullo schianto del jet in cui ieri ha perso la vita il capo della Wagner insieme con il comandante militare Dmitry Utkin; “Un uomo di talento, ma dal destino difficile, che nella vita ha commesso seri errori“.
“Nessuna conferma ufficiale della presenza di Prigozhin sull’aereo, i cui 10 occupanti sono morti e si sarebbe certi solo che a bordo ci sarebbero stati uomini della Wagner“, ha dichiarato il Presidente russo.
Tuttavia sembrano esserci pochi dubbi sull’uscita di scena del fondatore della compagnia militare e della sua stessa creatura, a cui Putin ha riservato l’onore delle armi confermando il “significativo contributo alla nostra comune causa della lotta contro il regime neonazista in Ucraina“.
Secondo il New York Times a far cadere l’aereo su cui viaggiava il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin è stata probabilmente un’esplosione a bordo del velivolo causata da una bomba o da un altro dispositivo piantato sull’aereo. Sempre secondo e quotidiano USA, Vladimir Putin avrebbe ordinato la distruzione dell’aereo nel tentativo di uccidere Prigozhin. Una conclusione definitiva su quanto accaduto comunque non sembrerebbe ancora possibile.
Lo zar ha promesso un’inchiesta su quanto accaduto che “andrà fino in fondo“. Ma tra gli oppositori e i Governi esteri, in particolare dalla nemica Ucraina, sono in molti a puntare il dito proprio verso Putin, sospettato di essersi vendicato di Prigozhin due mesi dopo il tentato ammutinamento della Wagner.
“Noi non c’entriamo niente, tutti sanno chi è il responsabile“, ha affermato Zelensky. Anche se da Johannesburg, dove ha presenziato al vertice dei Brics, il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha esortato a “concentrarsi sui fatti e non sulle dichiarazioni dei media occidentali“.
Putin ha detto che Prigozhin era rientrato proprio ieri dall’Africa e aveva avuto alcuni incontri con autorità a Mosca. Poco dopo le 18 ora locale (le 17 in Italia) è avvenuto lo schianto dell’aereo, che dalla capitale si dirigeva a San Pietroburgo.