Appena iniziata la chiama dei Senatori a vita. Siamo al quarto scrutinio per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.
I primi due si sono chiusi con un nulla di fatto e la maggior parte della schede bianche: 672 nella prima votazione, 527 nella seconda, 412 ieri, nell’ultima che ambiva ad una maggioranza qualificata, come da Costituzione. Oggi le regole cambiano. Siamo giunti al quarto scrutinio e oggi basterà la maggioranza assoluta dell’Assemblea ovvero 505 voti.
Si arriva a questa quarta votazione con meno certezze che alla prima. La ‘rosa’ del Centrodestra (Moratti, Norbio, Pera) sembra sfiorire di giorno in giorno. Questa anche considerata la virata di Fratelli d’Italia che ieri “per smuovere le acque” come ha dichiarato la leader del partito Giorgia Meloni ha votato Crosetto (114 le preferenze ottenute). Se in un primo momento il Partito Democratico ha plaudito ai tre nomi tirati fuori dal Centrodestra e da Salvini in particolare, già ieri i primi mal di pancia. Alla fine Letta, come anche Conte – e anche Renzi di Italia Viva – restano compatti sul veto a un nome che si profili come “divisivo”. Il rischio vero è che si spacchi, a questo punto, la maggioranza.
Restano aperte alcune questioni, come quella della Presidente del Senato Casellati. Il Caroccio dice un tiepido sì, ma non ha l’appoggio della controparte che giudica l’ipotesi non possibile. Aperta anche l’ipotesi Casini che ha fatto un balzo in avanti nell’ultima votazione da 2 preferenze del secondo scrutinio a 52 di ieri. Sullo sfondo la “resistenza” Mattarella con preferenze in pole position a 125 schede.
I giochi sono tutti aperti.