Più di 10mila firme in 4 giorni per la candidatura di Rosy Bindi a Presidente della Repubblica.
Un risultato molto importante se si considerano le condizioni interne ed esterne. Da una parte il retaggio che questa candidatura si porta. “Impossibile” infatti la hanno giudicata tanti osservatori e aspiranti protagonisti della partita per il Quirinale. Dall’altra parte possiamo parlare di un numero di firme sicuramente importante se consideriamo che questa campagna è stata agita attraverso il solo passaparola, né pubblicità sui media né investimenti economici.
Molti sostenitori di Rosy Bindi come prossimo Presidente della Repubblica di sono palesati poi sui social registrandosi alla pagina dedicata su Facebook. Tra i sottoscrittori vi sono molti autorevoli esponenti del più impegnato mondo associativo italiano, a partire da don Luigi Ciotti.
Per il professor Nando Dalla Chiesa che ha lanciato l’iniziativa si tratta di “un appassionato invito al sistema politico a giocare alto in un momento tanto importante per l’interesse del Paese”. Oltre allo stesso Dalla Chiesa hanno firmato per Bindi Capo dello Stato Armando Spataro, Luciano Canfora, Claudio Fava.
Da Presidente del PD ai Ministeri fino alla Commissione antimafia
Rosy Bindi, classe 1951 toscana, era uscita dal PD lo scorso aprile. In quella occasione aveva dichiarato: “Vediamo, resto un’attenta osservatrice. Andarmene non è stata una decisione presa a cuor leggero”. Un partito che conosce bene e che ha vissuto nel ruolo di Presidente dal 2009 al 2013. Prestigiosi i precedenti incarichi: Ministro della Sanità dal 1996 al 2000, Ministro per le politiche per la Famiglia dal 2006 al 2008, Vicepresidente della Camera dei Deputati dal 2008 al 2013. Dopo l’incarico apicale nel PD è stata Presidente della Commissione Parlamentare antimafia, dal 2013 al 2018.