“Ascoltare la conferenza stampa del Presidente Amato ci ha dato la certezza di elementi di valutazione politica, perché si è trattato di una conferenza stampa politica“. Così Marco Cappato alla Conferenza stampa dei Comitati promotori dei referendum su eutanasia e cannabis. “La conferenza di oggi si rende necessaria a seguito della conferenza stampa di Amato”, Presidente della Corte Costituzionale. “Noi non abbiamo ancora le motivazioni con le quali la Corte ha dichiarato inammissibili i due referendum. C’è solo un comunicato stampa relativo ad uno dei quesiti che evoca la tutela delle persone più deboli e fragili, unica cosa che sappiamo in termini di giudizio di ammissibilità – afferma.
Attribuita l’incapacità tecnica di scrivere quesiti referendari
Poi rincara sui “giudizi” emersi durante la conferenza stampa di Amato “in particolare – dice Cappato – minano agli occhi dell’opinione pubblica la credibilità dei comitati promotori, a cui è stata attribuita l’incapacità tecnica di scrivere dei quesiti referendari ed anche l’accusa di avere preso in giro milioni di persone firmatarie ed elettori”. E continua: “il giudizio nella Corte non è stato unanime, quindi possiamo dire che anche giudici costituzionali hanno ritenuto che questi referendum fossero ammissibili. Allora trattare con tanto disprezzo i comitati promotori è un’accusa critica rivolta non a Marco Cappato ma ai giudici della Corte ed alcuni massimi costituzionalisti italiani”.
“Non ho da dare una risposta personale ad Amato – prosegue Cappato – ma dire che nel quesito si parlava di eutanasia e non di omicidio del consenziente contiene una manipolazione della realtà. Il quesito è come stabilito dalla Corte di Cassazione sull’omicidio del consenziente”. Poi aggiunge: “Se Amato non gradisce i termini della nostra propaganda politica non ha nulla a che vedere con l’ammissibilità, gli elettori non sono bambini e giudicano sulla base del contenuto del referendum”. “O c’è un errore materiale nel giudizio dei due quesiti, o c’è un attacco in malafede al comitato promotore. Scelga il Presidente della Corte quale delle due possibilità”. E continua Cappato: “se i giudizi di inammissibilità sono stati dati sulla base di un errore materiale metteremo in discussione la validità di quel giudizio. Ma dovremo valutare i margini, forse strettissimi per una contestazione formale. Questa è una violazione grave di diritti fondamentali del popolo italiano. Oggi sul fine vita inizia una discussione su un testo di legge base peggiorativo della situazione attuale, che restringerà le possibilità di accesso all’uso del suicidio”.
Falsità presunte anche rispetto al referendum sulla cannabis
E così come per il referendum sull’eutanasia, dove “Amato ha usato un esempio falso, che non corrisponde alla lettura ed interpretazione dei quesiti”, “anche per il referendum in materia di cannabis”, afferma ancora Cappato, “ha detto pubblicamente e formalmente che il referendum non interveniva sulla cannabis ma sulle altre droghe. E’ falso“. “Il titolo che correttamente della Corte di Cassazione sarebbe andato in votazione ai cittadini italiani contiene il termine ‘sostanze’“. “E’ un elemento falso perché non c’è nessuna legalizzazione della eroina o cocaina. Riguarda la coltivazione ma mantiene intatte al 100 per cento le punizioni di tutte le operazioni successive che fanno passare da una pianta ad una droga, tranne che per la cannabis che può avere questo tipo di consumo diretto. Io mi sono limitato a esprimere in termini non tecnici e non giuridici gli strafalcioni presentati come verità”.
(foto di Adnkronos)