(Adnkronos Salute) – In questi giorni la legge delega sulla riforma fiscale è in discussione al Consiglio dei Ministri. Vediamo quali sono le principali novità in arrivo. Prima di tutto si parla di un probabile passaggio dagli attuali quattro a tre scaglioni Irpef. Inoltre, si sta discutendo sulla rimodulazione dell’Iva, dell’Ires e su un taglio generale a varie agevolazioni fiscali e detrazioni.
Nello specifico, in tema di Irpef si parla di una possibile riduzione delle aliquote con il passaggio da quattro scaglioni di reddito attualmente in vigore a tre. In particolare dovrebbe esserci la fusione tra i due scaglioni di reddito oggi previsti con aliquote 25% e 35% che andrebbero a confluire in un’unica categoria con un’aliquota del 28%. Per quanto riguarda il taglio alle detrazioni, la riduzione degli scaglioni Irpef porterà ad un minore carico fiscale e quindi a minori entrate nelle casse dello Stato, stimate in circa 7 miliardi di euro. Per compensare tali mancate entrate si parla di un taglio a determinate agevolazioni, detrazioni e deduzioni, che, secondo il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, oggi complessivamente sono quasi 600.
In materia di Iva la riforma fiscale prevede una razionalizzazione della disciplina dell’imposta in ottica di miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti. In tal senso il numero delle aliquote Iva attualmente in vigore – 4, 5, 10 e 22% – potrebbe essere ridotto includendo un’uniformità di trattamento dell’imposta per tipologie di prodotti simili. Inoltre, è in discussione l’azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti essenziali come il pane e la pasta, attualmente tassate al 4%, oltre all’abbassamento dell’imposta dal 10% al 5% su altri generi alimentari come carne e pesce. In aggiunta alla rimodulazione delle aliquote Iva potrebbero diventare operative alcune misure riguardanti la razionalizzazione della disciplina del gruppo Iva, con una semplificazione per l’accesso e per il funzionamento del regime.
Infine, la riforma fiscale 2023 dovrebbere portare a una revisione dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società. L’aliquota base dovrebbe rimanere al 24%, ma con una possibile riduzione al 15% qualora l’impresa investisse nel biennio successivo gli utili in investimenti innovativi e nuova occupazione.