Pensioni, news a partire dal 2022. Ripartirà infatti dal 1° gennaio la perequazione piena delle pensioni congelata di fatto nel 2020 a fronte di un’inflazione negativa dello 0,3%. Una rivalutazione del +1,7% che sarà applicata in maniera decrescente al salire della pensioni ma anche, a differenza del 2020, calcolata in forma progressiva scaglione per scaglione. Una formulazione questa che porterà incrementi più generosi agli assegni più bassi. E’ un dossier dell’INPS a mettere a fuoco una stima di quanto deciso con decreto MEF lo scorso novembre.
Il doppio calcolo infatti porterà le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè sino a 2.062,32 euro, ad ottenere l’incremento dell’1,7%; quelle superiori a 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo Inps, tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro, ad avere una rivalutazione dell’1,53%, e la rivalutazione all’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro. Le pensioni di importo superiore a 5 volte il minimo INPS, cioè oltre i 2.577,90 euro, otterranno invece un incremento dell’1,275%, ferma restando la rivalutazione dell’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro e dell’1,53% della fascia compresa tra 2.062,33 e 2.577,90 euro. Complessivamente dunque una pensione di 2.000 lordi euro al mese godrà di un incremento sempre al lordo di 34 euro mensili, una pensione di 2.500 euro lordi al mese, localizzata cioè tra 4 e 5 volte il minimo Inps, otterrà quasi 42 euro al mese in più.
Di conseguenza, si legge ancora nel dossier INPS, il trattamento minimo INPS per l’anno 2022 (perequato all’1,6%) sarà fissato a 523,83 euro (in luogo degli attuali 515,58 euro mensili) e l’assegno sociale si adeguerà da 460,28 euro a 467,65 euro al mese. Per accedere alla pensione di vecchiaia l’importo soglia mensile dell’assegno pensionistico (che deve essere pari a 1,5 volte l’assegno sociale) aumenta dunque da 690,42 euro a 701,47 euro.
Per accedere alla pensione anticipata l’importo soglia mensile dell’assegno pensionistico (che deve essere pari a 2,8 volte l’assegno sociale) aumenta da 1288,78 euro a 1309,39 euro. Per arrivare in tempo ad erogare l’aumento comunque l’INPS spiega di aver ricalcolato gli assegni sulla base della perequazione che si è registrata nell’ottobre scorso e pari all’1,6% per procedere poi con la rata di marzo ad un conguaglio fascia per fascia.
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