Con la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’arte di Roma prosegue il racconto delle meraviglie del patrimonio librario italiano che ogni settimana accompagna i visitatori in un viaggio virtuale alla scoperta delle 46 biblioteche dello Stato grazie a una serie di reportage promossi sui canali social del Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.
Nata nel 1875 per i funzionari che il nuovo Stato italiano ha destinato alla tutela delle Belle Arti, e dunque come una biblioteca di lavoro, più tardi si aprirà a una ristretta cerchia di studiosi fino a diventare aperta a tutti: specialisti, ma anche studenti e semplici appassionati. La prima sede della Biblioteca era a Piazza della Minerva, e solo nel 1922 arriva a Palazzo Venezia, dopo che il palazzo era stato rivendicato dall’Italia all’Austria in seguito allo scoppio della Prima Guerra mondiale. Oggi fa parte dell’Istituto culturale VIVE Vittoriano e Palazzo Venezia, dove ha la sua sede principale, mentre nel 1989 ha trovato un secondo spazio nella Sala della Crociera, all’interno del Collegio Romano, che ospita il Ministero della Cultura.
“Si tratta della più importante biblioteca italiana specializzata in archeologia e storia dell’arte” rivela nel video la direttrice Edith Gabrielli che spiega “sono numerosi i fondi storici conservati e legati a personalità di grande rilievo del mondo artistico e culturale italiano: come ad esempio Corrado Ricci, che è stata una delle personalità chiave della storia dell’arte a cavallo tra Otto e Novecento, divenuto direttore generale della Direzione delle Antichità e delle Belle Arti del Ministero, che ha fondato il Bollettino d’Arte e soprattutto ha dato un fondamentale impulso allo sviluppo della Biblioteca. Oppure si pensi al Fondo Lanciani: in deposito dall’Istituto nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte conserva non solo libri e documenti, ma anche una ricchissima collezione iconografica. È proprio lui, il padre della Forma urbis Romae, a conservare le incisioni di Piranesi insieme a una importante serie di stampe, disegni e fotografie, databili tra il XVII e il XIX secolo” aggiunge la Gabrielli. Tanti e diversi i temi approfonditi dall’Istituto, tra cui una ricchissima raccolta di materiali librari sul Grand tour, il viaggio culturale che gli europei compivano in Italia a partire dal Cinquecento e soprattutto tra il Settecento e l’Ottocento. E poi le arti decorative, a cui la Biblioteca dedica grande spazio. “È un aspetto della produzione artistica che merita pari dignità dell’architettura, della scultura e della pittura– tiene a dire Gabrielli- Poche biblioteche hanno dedicato un’attenzione specifica a questo settore, ma per chiunque voglia studiare dei tessuti, delle vetrate o dei gioielli questo è il posto giusto”. La biblioteca guarda oggi sempre di più al presente e al futuro: “accanto all’apertura al pubblico di queste sale, l’oggi di questo Istituto sono anche gli oltre cento periodici specializzati che sono stati digitalizzati e dunque consultabili da altri luoghi, ma anche un personale altamente qualificato in grado di assistere gli appassionati e ancor più gli studenti che vengono qui a preparare le loro tesi di laurea”. E il domani della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte sarà sempre più al centro della città, grazie alla nuova sede a due passi dal Quirinale, grazie alla Presidenza della Repubblica che ha deciso di offrire Palazzo San Felice come nuova sede. Il progetto della nuova Biblioteca è stato a sua volta donato dal grande maestro dell’architettura contemporanea Mario Botta, a Sergio Mattarella e a tutti gli italiani. “La nuova sede– conclude Edith Gabrielli- sarà così funzionale, efficiente e aperta a tutti: studenti, studiosi e all’intera città di Roma”.
Il documentario sulla Biblioteca di Archeologia e Storia dell’arte di Roma fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia
https://www.instagram.com/p/CbwvVcRKgb0/
Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca sarà giovedì 7 aprile 2022. Manoscritti antichissimi, minuziose mappe geografiche, edizioni rare e preziose. E poi spartiti musicali, raccolte di incisioni, stampe e incunaboli. Ma anche gli oggetti amati dagli scrittori contemporanei, i quaderni, le lettere private e le dediche. Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari:
https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia