Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della BCE, rispondendo a una domanda sulle critiche, in Italia, ai recenti rialzi del costo del denaro da parte della BCE ha detto:”Contro gli aumenti dei tassi d’interesse “possiamo aspettarci ulteriore opposizione e dobbiamo resistere. E’ proprio per questo che le banche centrali sono indipendenti”.
“Ai Governi – dice Schnabel al quotidiano finanziario Frankfurter Allgemeine Zeitung – in generale non piacciono molto gli aumenti dei tassi. Pesano sulla posizione di bilancio perché rendono più costoso emettere nuovo debito”.
Parole che arrivano a pochi giorni dalla riunione del 15 dicembre in cui la Bce ha alzato i tassi di mezzo punto al 2,50%, preannunciando ulteriori rialzi al ritmo di mezzo punto per volta nei prossimi mesi.
Una presa di posizione dominante avallata anche dal Vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, che in Italia aveva suscitato irritazione d preoccupazione.
Da allora la tensione si è attenuata, ma nel frattempo dal Governo italiano era arrivata più di una critica: il Ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva parlato di una decisione “sbagliata“, quello della Difesa Guido Crosetto di un “regalo di Natale deciso “con leggerezza“, mentre il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini aveva definito “incredibile sconcertante e preoccupante che la Bce facesso bruciare miliardi di euro facendo salire lo spread”.
La Bce, invece, tira dritto: de Guindos ha spiegato due giorni fa che il problema principale è l’inflazione che sfiora il 12% in Italia che, bruciando potere d’acquisto delle famiglie, frena i consumi e quindi la crescita.
Oggi Schnabel – esponente tedesca del Direttorio della BCE rincara la dose sulle prossime mosse di politica monetaria. “La BCE deve chiaramente raggiungere un tasso d’interesse che sia alto abbastanza da riportare l’inflazione al 2%”, e “nelle nostra valutazione questo tasso è in area restrittiva, vale a dire oltre il livello neutrale”.
“Il tasso terminale, che è il tasso di picco atteso nel ciclo rialzista – spiega anora Schnabel – è salito oltre il 3%. Se dobbiamo ancora salire oltre ulteriormente rispetto a quel livello dipenderà dalle prospettive future d’inflazione”. Il 15 dicembre la Bce ha portato il tasso sui depositi al 2% e il tasso principale al 2,5%.
L’Italia dovrà emettere oltre miliardi di titoli nel 2023 fra rifinanziamenti di quelli in sacdenza e copertura di un fabbisogno da 90 miliardi.
Schnabel difende, di fronte alle osservazioni del quotidiano tedesco, la prima linea di difesa anti-spread, ossia la flessibilità nei reinvestimenti del programma Pepp – e lo scudo Tpi.