“E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante
Cancella col coraggio quella supplica dagli occhi
Troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante
E quasi sempre dietro la collina il sole”
E’ sulle note de “La collina dei ciliegi” di Lucio Battisti che La Scuola Cattolica sviluppa la sua scena più significativa: quando Donatella e Rosaria fanno l’incontro che le condurrà in un incubo. Una critica spietata sta ormai dilagando da giorni sul web – soprattutto dopo la censura – ma già dai primi minuti del film non si può dare torto ai critici e cinefili accaniti che lo hanno definito molto sportivamente un “polpettone”.
Premessa: se l’intento del pubblico è quello di andare a vedere il film per capire cosa sia successo a due ragazze in quel terribile 1975, ne uscirà profondamente deluso.
La Scuola cattolica – La trama
Quartiere della “Roma bene”, giovani studenti di un rinomato istituto religioso maschile e le loro vite. Famiglie non all’ordine del giorno, genitori che impartiscono rigide lezioni di vita, mamme dedite alle famiglie o troppo interessate agli amici dei figli. Ma anche gay, preti perversi, adolescenti che fanno i conti con la propria sessualità. E di quest’ultima, chi decide di reprimerla, chi la scopre e ne ha paura, chi se ne incuriosisce e chi ne abusa.
Infine chi la trasforma in violenza – e di questi si hanno nomi e cognomi: Gianni Guido, Andrea Ghira e Angelo Izzo – e chi la subisce: Donatella Colasanti e Rosaria Lopez.
“La violenza era all’ordine del giorno”
Una delle prime frasi del film che fanno riflettere. Chi non ha vissuto gli anni che seguirono il ’68 non può immaginare cosa significhi crescere con un qualsiasi pensiero di quell’epoca; chi si illude di saperlo, pecca di presunzione. Ma non di certo guardando La Scuola Cattolica si può avere un’idea precisa.
Eppure si deve collocare da qualche parte questo film e per semplicità, ce la prendiamo con l’educazione, con una sfacciata educazione da signorotti che esigono una formazione cattolica – oseremmo dire “Pura” – per i propri figli. Guardandosi bene,però, dall’andare a messa la domenica. Perché dietro la mente malata di un adolescente bisogna andare alle origini di tutto e allora si parte dalla famiglia. Dietro un assassino io mi aspetto di vedere un padre violento o gay, la mamma dai facili costumi o una famiglia sfasciata.
La scuola cattolica non parla del “massacro del Circeo”. La scuola cattolica punta il dito verso lo spaccato sociale di quel tempo, buttandoci dentro una triste storia che ha tormentato per anni mamme, adolescenti e l’Italia intera di quegli anni.
Un film lento, privo di una trama vera e propria – se non conosci i fatti realmente accaduti, continuerai a non conoscerli neanche dopo. Una ricostruzione temporale disordinata con storie che si incrociano, ma non si toccano, personaggi che non si ricordano e attori che portano solo il nome.
Una pellicola che non suscita nessun tipo di emozione, ma che, alla fine di tutto, lascia un retrogusto di rabbia per quanto realmente accaduto e non correttamente e realisticamente raccontato.
“Un sorriso che non ha. Né più un volto né più un’età”.