Nel momento, in cui si avvicina il traguardo dell’inizio del secondo quinquennio di operatività dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie – ACF, il suo Presidente, GianPaolo Barbuzzi, da qualche giorno rinnovato nel suo mandato, esamina l’attività dell’Arbitro nella duplice ottica, sia del consuntivo, sia degli obiettivi futuri, comunque, sempre nel segno delle sfide a suo tempo lanciate e anche da raccogliere nel prossimo futuro.
Guardando ai cinque anni passati – l’operatività di ACF è iniziata il 9 gennaio del 2017 – Barbuzzi sottolinea principalmente il significato e il valore di due sfide poste all’Arbitro. La prima, “rappresentare uno strumento utile per i risparmiatori per definire e rimuovere situazioni di conflitto definibili come ordinarie”, trova nei numeri un’evidenza e un conforto inconfutabili: dal numero dei ricorsi ricevuti, oltre 8600, a quello dei ricorsi ammessi, quasi 7300; dalle decisioni assunte, più di 7300, all’elevato tasso di esecutività, ai rimborsi riconosciuti per un ammontare complessivo ben superiore ai 119 milioni di euro.
La seconda sfida, che, guardando al passato , non può essere sottaciuta, riguarda i non pochi casi del cosiddetto risparmio tradito, esplosi proprio in coincidenza dell’avvio di operatività dell’ACF. E qui l’operato dell’Arbitro si può meglio valutare, ricordando ”l’intervento del legislatore del 2018, che ha riconosciuto valenza di titolo esecutivo alle quasi 1000 decisioni assunte a favore, sia degli azionisti delle due banche venete poste in liquidazione coatta amministrativa a metà del 2017, sia dei risparmiatori coinvolti nelle vicende di tre delle quattro banche risolte a fine 2015”.
Passando, poi, alle prospettive del prossimo quinquennio, anche qui il percorso di ACF, nella visione del Presidente Barbuzzi, risulta contrassegnato da almeno tre sfide stimolanti. La prima, di carattere per così dire istituzionale, concerne lo stesso Collegio giudicante di ACF, i cui membri saranno sostituiti verso la fine del 2022; un aspetto che non dovrà incidere sulle caratteristiche di sana e proficua dialettica sviluppatasi finora all’interno dell’attuale Collegio ai fini di un’efficace sintesi finale di decisioni, spesso particolarmente apprezzate anche nei procedimenti di giurisdizione ordinaria.
Una seconda sfida tocca l’aspetto dei tempi procedimentali, che, già quest’anno, hanno registrato un deciso miglioramento, “con l’abbattimento di oltre un terzo dell’arretrato accumulato” e con la riduzione della tempistica scesa mediamente al di sotto dell’anno, 330 giorni. E su questo specifico versante il Presidente Barbuzzi fissa per il prossimo anno l’ ambizioso obiettivo della media di 180 giorni complessivi per i tempi istruttori.
Ed, infine, ma non certo di minore importanza, appare la terza sfida, relativa al ruolo dell’ACF nel diffondere e migliorare la cultura finanziaria in Italia. Un ruolo, che passa attraverso, sia una maggiore attenzione alle richieste e alle esigenze dei diversi stakeholders, sia un’ efficace collaborazione con l’Arbitro Bancario Finanziario, nell’ambito del Protocollo d’intesa tra Consob e Banca d’Italia, e con l’Arbitro Assicurativo che dovrebbe debuttare nel 2022.