Pochi giorni fa si è avuta una nuova importante tappa nella vicenda che contrappone l’Italia alla Commissione Europea sul caso della Banca Tercas. Una storia, ormai pluriennale, che ha visto proprio la Commissione Europea bocciare nel 2015 l’intervento a sostegno di 180 milioni di euro erogati del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – FIDT a beneficio di quella Banca, considerandolo un indebito aiuto di Stato.
A seguito dell’opposizione italiana a quel provvedimento il Tribunale Europeo lo scorso marzo ha annullato la decisione dell’Antitrust UE, ma Bruxelles, a sua volta, ha impugnato questa sentenza.
Ed ora, prima di giungere a una decisione definitiva dei giudici europei, l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia nella propria requisitoria ha perorato il rigetto del ricorso della Commissione UE, dichiarando infondati o insussistenti i motivi addotti alla base dell’impugnazione.
Pur non essendo vincolante rispetto alla sentenza della Corte di Giustizia, che dovrebbe essere promulgata nelle prossime settimane, la proposta dell’Avvocato Generale assume un rilievo particolare, in quanto va nella direzione di una ricostruzione realistica e non condizionata da pregiudizi ideologici di questa vicenda.
In definitiva, così, da una lato si esclude la possibilità di provare l’influenza esercitata dalla Banca d’Italia, attraverso la propria presenza nel Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, a indirizzare le risorse di quest’ultimo; dall’altro, egualmente, non si ravvisa la possibilità di provare che la sentenza del Tribunale Europeo abbia prodotto uno snaturamento del Testo Unico Bancario Italiano e dello Statuto del Fondo.