Due giornate di studio di alto valore scientifico dal titolo “Sicilia terra di approdi: i Gagini di Bissone. Il Museo diffuso in provincia di Catania”, si svolgeranno venerdì 4 e sabato 5 novembre, dalle ore 9, al Castello Ursino di Catania. Si chiuderà così la prima fase del progetto “Il racconto dell’arte in Sicilia terra di approdi. La presenza nella Sicilia orientale dei Gagini di Bissone e l’Umanesimo della rinascita tra il XV e XVI secolo”, ideato dalla Soprintendenza etnea, promosso e finanziato dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. L’iniziativa, curata dalla soprintendente Donatella Aprile, intende promuovere la fruizione, la conoscenza e la tutela delle opere degli scultori attraverso la ricostruzione di un percorso che, dal Canton Ticino, luogo di nascita di Domenico Gagini, giunge in Sicilia dove la famiglia ebbe numerose committenze.
«Un progetto articolato – sottolinea il Dirigente Generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio – che punta a valorizzare un ambito culturale allargato coinvolgendo due regioni, Sicilia e Calabria, che offrono una lettura complessa di un fenomeno artistico che ha lasciato una fertile testimonianza restituendo valore culturale e identitario al contesto storico e ai territori. Una lettura orientata che offre l’opportunità di cogliere le influenze lombarde e del Rinascimento toscano, che in Sicilia si svilupparono all’interno della fiorente bottega d’arte palermitana».
I luoghi in cui sono custodite le sculture realizzate dai Gagini, inseriti nel Museo diffuso della provincia di Catania, rappresentano l’elemento fondante del progetto che punta a restituire valore culturale e identitario al contesto storico e al patrimonio artistico. L’obiettivo è fare scoprire ai visitatori la bellezza e il fascino di paesaggi naturali e contesti urbani, collegando centri e periferie attraverso le opere d’arte.
Il progetto si sviluppa dall’intervento di restauro, ultimato nel 2020, sul monumentale arco e sul gruppo scultoreo di Antonino Gagini raffigurante l’Annunziata, conservati a Bronte: un’occasione di incontro con i protagonisti del restauro dell’Annunciazione di Bagaladi, curato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, instaurando un ideale ponte tra Calabria e Sicilia in nome dell’arte.
Il progetto, curato con la collaborazione di enti religiosi e laici, è stato presentato con l’allestimento di due mostre: la prima, sulle opere dei Gagini presenti all’interno del territorio della Diocesi di Catania, si è tenuta a Bronte ed è stata inaugurata lo scorso 26 marzo; la seconda, sulle opere presenti nel territorio della diocesi di Caltagirone, è stata ospitata dal Museo diocesano di Catania e aperta il 18 luglio.
(Foto di Regione Siciliana)