L’emendamento al Dl Aiuti Bis riscrive la contestata norma sul Superbonus. Lo fa restringendo la responsabilità in solido delle imprese nella cessione dei crediti edilizi. Nello specifico, si configura “in presenza di concorso nella violazione” nei casi di “dolo e colpa grave”. Le nuove disposizioni si applicano esclusivamente ai crediti per i quali sono stati acquisiti, nel rispetto delle previsioni di legge, i visti di conformità, le asseverazioni e le attestazioni. La novità, sostanziale, sblocca molte pratiche in sospeso, senza lasciare impunite le truffe.
La Lega si intesta il risultato
“Dopo molto lavoro, la mediazione raggiunta sul Superbonus con il determinante contributo della Lega consente di salvare quelle imprese oneste che hanno crediti d’imposta bloccati – afferma il Sottosegretario all’Economia Federico Freni -. La norma aiuta le imprese che hanno crediti nel cassetto fiscale e che non riuscivano a cederli. Si sblocca così il meccanismo della responsabilità solidale, garantendo certezza a chi compra i crediti. La Lega conferma il suo lavoro a tutela delle imprese italiane, confermando pragmatismo ed efficienza”.
Il leader Matteo Salvini aggiunge: “La Lega salva le imprese inguaiate dalle criticità del Superbonus. Significa che ci saranno certezze per chi compra i crediti. Le aziende respirano, il lavoro riparte: dalle parole ai fatti”.
Anche il M5S rivendica questo traguardo
“La ferrea posizione del M5S a tutela di decine di migliaia di imprese edilizie alla fine ci ha permesso di ottenere un grande risultato in direzione dello sblocco della circolazione dei crediti fiscali collegati al Superbonus e agli altri bonus edilizi” spiega Mariolina Castellone, Presidente dei senatori del M5S.
Commenta anche Giuseppe Conte: “Ancora una volta tutti contro il M5S, tutti a darci degli irresponsabili. Ma la realtà è che se non fosse stato per noi non avremmo ottenuto una soluzione per 30-40mila aziende che stanno fallendo. Abbiamo tenuto il punto sempre nell’interesse dei cittadini, contro tutto e tutti”.
PD: Conte deve chiedere scusa al Parlamento
Poi la polemica. “Il Presidente Conte non è nemmeno parlamentare e quindi è comprensibile perda qualche passaggio: la norma che ha salvato il superbonus, grazie a una mediazione accettata dai partiti, è frutto della proposta avanzata dal sottosegretario al Mef Federico Freni. C’è chi è esperto di imprese e di lavoro (la Lega) e chi lo è di Dpcm e banchi a rotelle (il Movimento 5 Stelle)”, ribattono fonti della Lega. “È Conte che deve chiedere scusa al Parlamento e al Paese per avere fatto ritardare l’approvazione di un provvedimento importante per imprese e famiglie”, rilancia Simona Malpezzi, capogruppo dei senatori del Pd.
Non manca di farsi avanti Fratelli d’Italia
Anche gli altri partiti fanno presente di aver fatto la propria parte. “Grazie all’emendamento di Forza Italia, sul Superbonus è stato raggiunto un accettabile compromesso. Il Governo, nella sua riformulazione, ha recepito infatti le nostre indicazioni, ovvero l’esclusione della responsabilità tranne per i casi di dolo o colpa grave”, scrivono in una nota congiunta Anna Maria Bernini, Presidente dei Senatori di Forza Italia e Paolo Barelli, Capogruppo del partito azzurro a Montecitorio.
“Anche oggi Fratelli d’Italia, come in tutta questa legislatura, ha tenuto un atteggiamento da opposizione patriottica. Infatti, come ha ribadito Giorgia Meloni, abbiamo interrotto la campagna elettorale per essere in Aula al fine di garantire la conversione del decreto Aiuti bis, che contiene importanti norme volute anche da noi, come lo sblocco dei crediti del Superbonus“, dice il Capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani.