Tumori, una nuova arma contro la resistenza alla chemioterapia

Un progetto di ricerca all’Irccs “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte (Bari) ha dimostrato che è possibile aumentare l’efficacia della chemioterapia contro intumori umani, bloccando farmacologicamente l’attività della proteina SMYD3 coinvolta nella riparazione del Dna nelle cellule cancerose. Secondo i ricercatori sarebbe possibile bloccare  lo sviluppo della resistenza ai chemioterapici da parte delle cellule tumorali.

I risultati dello studio, che è durato cinque anni sostenuto dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Journal of Experimental & Clinical Cancer Research.

I ricercatori affermano che il tumore può sviluppare una resistenza ai chemioterapici, che è responsabile della maggior parte delle recidive, “perché le nostre cellule possiedono un sistema di ‘riparazione’ del Dna che consente loro di rimanere in salute, ma che purtroppo viene sfruttato anche dalle cellule tumorali per difendersi dall’azione della chemioterapia.

Nel corso del progetto di ricerca, gli studiosi hanno dimostrato che l’impiego di un nuovo inibitore di SMYD3 aumenta l’efficacia dei chemioterapici e che, nei tessuti di pazienti con neoplasie gastrointestinali, SMYD3 è significativamente presente.

Lo studio identifica SMYD3 come bersaglio terapeutico nei tumori, permettendo di eliminare in maniera mirata le cellule cancerose e risparmiando quelle sane. Questo approccio terapeutico rappresenterebbe un’arma vincente non solo per evitare la resistenza ai chemioterapici, ma anche per ridurne le dosi, limitando sia gli effetti collaterali sia i costi”.

L’inibitore  di SMYD3 è già stato validato scientificamente presso l’Irccs “de Bellis” e brevettato in Italia ed è in fase di approvazione a livello internazionale.

 

 

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