La giornata di ieri aveva profilato un nuovo scenario su una Kharkiv. Una città ‘liberata’ dagli Ucraini. Un attacco missilistico russo ha colpito la Casa della Cultura. Era stata adibita alla distribuzione di aiuti. Il Sindaco, Vyacheslav Zadorenko, ha commentato alla Reuters: “Non posso chiamarlo altro che un atto terroristico. Volevano colpire la base dove immagazziniamo le provviste e creare una catastrofe umanitaria”.
La situazione generale sul campo di battaglia in Ucraina è di crisi. Oleksandra Ustinova, parlamentare ucraina, ha parlato con i giornalisti a Washington. “È un inferno” in prima linea, ha detto. “Continuiamo a perdere molti più uomini ora di quanto non avvenisse all’inizio della guerra“, ha continuato intervenendo a una tavola rotonda del German Marshall Fund. Ha anche invitato gli Stati Uniti a fornire aerei da combattimento e sistemi di difesa aerea.
Russia indaga su attacco ucraino a giornalisti canale russo RT, bandito da UE
Sul versante opposto, il Comitato investigativo della Russia ha fatto sapere che sta indagando sul presunto attacco da parte delle forze armate ucraine contro una troupe del canale televisivo russo Rt nel Donbass. Due cameraman di Rt avrebbero riportato ferite durante i bombardamenti dell’esercito ucraino vicino alla città di Dokuchayevsk. Questo secondo quanto detto ieri dalla stessa emittente. Finanziata dallo stato russo, Rt è stata bandita dalle trasmissioni nell’UE all’inizio di marzo. L’accusa è di essere uno strumento di “disinformazione” da parte di Mosca nella sua offensiva in Ucraina. Il canale ha respinto le accuse.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato ancora in un videomessaggio. “Ogni giorno di guerra rappresenta un aumento delle minacce globali – ha detto -, una nuova opportunità per la Russia di provocare instabilità in altre parti del mondo, non solo qui in Europa. Pertanto, è necessaria molta più pressione sulla Russia“.
Ha spiegato poi che “oggi nessuno può prevedere quanto durerà questa guerra. Ma stiamo facendo tutto il possibile per liberare rapidamente la nostra terra. Tuttavia, questo dipende, purtroppo, non solo dal nostro popolo, che sta già facendo il massimo. Dipende anche dai nostri partner. Dai Paesi europei, dai Paesi di tutto il mondo libero”.
Zelensky ha anche parlato della situazione nell’acciaieria di Mariupol: “Siamo impegnati in negoziati molto difficili per evacuare i combattenti feriti dall’Azovstal, un numero molto ampio di persone. Sono coinvolti nell’impresa influenti mediatori”.
Sul fronte diplomatico resta il protagonismo di Germania e USA. Il Governo di Berlino, da una parte, non accetterà un accordo di pace imposto da Mosca all’Ucraina. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non accetteremo alcuna pace imposta all’Ucraina”, ha detto Scholz. Gli Stati Uniti e l’Associazione delle nazioni del sudest asiatico (ASEAN), da parte loro, chiedono un’immediata cessazione delle ostilità in Ucraina. “Riaffermiamo il nostro rispetto per la sovranità, l’indipendenza politica e l’integrità territoriale – si legge nel comunicato finale del vertice Usa-Asean a Washington – Chiediamo anche un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli all’assistenza umanitaria per i bisognosi e per la protezione dei civili”.
Sempre restando su Washington, non ci sarebbero grandi cambiamenti dopo la telefonata di ieri tra il Capo del Pentagono Austin e il Ministro della Difesa russo Shoigu. Rappresenta in ogni caso un primo canale aperto dopo mesi. Secondo un funzionario del Pentagono citato dai media USA, l’ora di telefonata non ha risolto alcun problema serio o modificato l’atteggiamento della Russia nei confronti della guerra.