Ci hanno tenuto per giorni a spiegare che non era una resa, ma alla fine si è così profilata. Sono oltre 2.000 i soldati ucraini dell’acciaieria assediata di Mariupol finiti in mano russa dopo l’ordine di arrendersi arrivato da Kiev. I capi combattenti hanno lasciato l’impianto ieri sera dopo aver mantenuto per settimane l’ultima linea di difesa. Tutti sono stati portati in strutture del Donbass, controllato dai filorussi. Caso a parte il Comandante del reggimento, Denys Prokopenko. Prokopenko è stato prelevato da un veicolo blindato e condotto in un luogo segreto.
Nella narrazione delle parti però gli ucraini parlano, a proposito di Azovstal, di ‘missione compiuta’. I combattenti – spiegano – hanno immobilizzato le truppe di Mosca e hanno ostacolato il loro tentativo di conquistare l’Est del Paese. Il Governo ucraino ha dichiarato di aver negoziato un accordo per lo scambio dei combattenti. Mosca da parte non solo non lo ha confermato, ma intende processare i membri del reggimento Azov come terroristi con accuse di crimini di guerra. Possibile quindi la condanna a morte. Questa profilazione bene si sposa con il fatto che alcuni, forse molti, ufficiali sono effettivamente vicini all’estrema destra ucraina, quando non dichiaratamente filonazisti.
In fatto di crimini di guerra un altro processo si è aperto per i fatti efferati di Bucha. È un tenente 30enne, Vasily Litvinenko, Comandante della 64a brigata fucilieri motorizzati dell’esercito russo. È accusato di omicidio e violazione delle leggi e dei costumi di guerra. Secondo la Procuratrice generale, Irina Venediktova, Litvinenko comandava i soldati russi che occupavano il villaggio di Lipovka, proprio nel distretto di Bucha, nella regione di Kiev. Senza il suo permesso, gli abitanti del villaggio non potevano lasciare la casa neppure per andare a cercare l’acqua.
Mosca, Kiev e il gas
Dal punto di vista dei rapporti con l’Europa, Mosca e Kiev continuano nella costruzione o distruzione della loro relazione. Mosca da una parte estende il reclutamento militare dall’altro osserva i Paesi sottrarsi all’approvvigionamento del gas. E parliamo della Finlandia che si è già detta indipendente e adesso della Lituania. Dall’altra parte l’Ucraina invita i partner internazionali a firmare un accordo multilaterale che preveda la confisca dei beni e delle proprietà russe per compensare i danni causati da Mosca all’Ucraina. “Fondi e proprietà russe sotto la giurisdizione dei Paesi partner devono essere sequestrati o congelati, per poi essere confiscati e indirizzati a un fondo appositamente creato, dal quale tutte le vittime dell’aggressione russa possano ricevere un adeguato risarcimento”, ha detto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo Kiev l’ammontare dei danni alle infrastrutture dell’Ucraina durante la guerra condotta dalla Russia ha raggiunto i 97,4 miliardi di dollari al 18 maggio.