Ucraina il punto

Ucraina (23 giugno – 9) – Il punto sulla guerra

L’Ucraina si aspetta una “decisione chiave” dall’UE sulla sua candidatura. Parola di Voldymyr Zelensky. Inoltre, il Presidente ribadisce la richiesta all’Occidente di “accelerare” sulla fornitura di armi. Lo ripete nel consueto video-messaggio notturno. Poi volge lo sguardo al campo, al conflitto.

Donbass: Lysychansk, Slovyansk, Kramatorsk, nuove Mariupol

“Nel Donbass ci sono massicci attacchi aerei e di artiglieria. L’obiettivo degli occupanti è sempre lo stesso. I russi vogliono distruggere l’intero Donbaas passo dopo passo. Tutto. Lysychansk, Slovyansk, Kramatorsk: mirano a trasformare queste città in nuove Mariupol”, dichiara Zelensky. Secondo il leader ucraino, è necessario raggiungere la “parità” a livello di equipaggiamenti militari sul campo di battaglia “il prima possibile” per fermare “questa armata diabolica” e cacciarla dal territorio dell’Ucraina.

Oggi e domani il Consiglio europeo (qui il live) si dedicherà all’Ucraina. In particolare i temi saranno: gli sviluppi della guerra in Ucraina e il sostegno europeo a Kiev; le ricadute umanitarie, alimentari, energetiche e securitarie del conflitto; gli aiuti a famiglie e imprese colpite dalla crisi; le prospettive di allargamento dell’UE; i seguiti della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Oltreoceano, Biden fa sapere che al prossimo vertice del G7 in Germania proporrà ai leader nuove misure contro la Russia. Obiettivo,  “aumentare la pressioni” su Mosca. Lo riportano i media americani citando le parole di un Alto funzionario dell’amministrazione statunitense nel corso di un briefing. Il prossimo G7 è in programma a Schloss Elmau dal 26 al 28 giugno.

Boris Johnson: accelerare per una “cattiva pace” sarebbe “un disastro”

Fa eco a Biden nel discorso politico internazionale il Primo Ministro britannico. “C’è il rischio di una stanchezza sull’Ucraina, c’è il rischio che la gente non riesca a vedere che questa è una battaglia vitale per i nostri valori, per il mondo”, dice Boris Johnson. E continua affermando che accelerare per raggiungere “una cattiva pace” sarebbe “un disastro“. Lo ha affermato il primo ministro britannico, Boris Johnson, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ed altri quotidiani europei alla vigilia del G7 e del vertice Nato.

“I costi dell’energia, la spinta dell’inflazione, i prezzi del cibo stanno avendo un impatto sulla fermezza delle persone: ma questo non sta avendo un impatto sulla fermezza del Regno Unito”, precisato Johnson. Il Primo Ministro si è detto favorevole ad “aiutare gli ucraini a ottenere una capacità di resistenza strategica”.

Secondo il leader britannico, è “assolutamente chiaro” che Kiev non cederà territori “in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione”. Johnson ha quindi sostenuto la necessità che la sovranità ucraina sia ripristinata sul territorio “almeno nei confini prima del 24 febbraio”, aggiungendo che “il futuro del mondo dipende dal mantenere una forte, robusta posizione sull’Ucraina”. “Questo non è il momento per mantenere lo status quo, questo è il momento per provare a rovesciare le cose – conclude -. Fintantoché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo”.


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