È la fine del centesimo giorno di guerra. E l’inferno non sembra apprestarsi a smettere. Mariupol resta uno dei centri del dolore. Dopo la lunga ed estenuante vicenda dei civili asserragliati nell’acciaieria Azovstal adesso il dramma dell’occupazione. “Gli occupanti stanno imprigionando e sparando ai funzionari ucraini che si rifiutano di collaborare con le autorità di occupazione”. Lo ha detto a INTERFAX Ucraina il Sindaco Vadym Boychenko. Ha aggiunto che “il falso tribunale dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk ha condannato a 10 anni di carcere il capo di uno dei villaggi di Azov e almeno un dipendente pubblico è stato giustiziato a colpi di arma da fuoco“.
Anche Zelensky ovviamente oggi ha detto “cento”. “Sono cento giorni che difendiamo l’Ucraina. La vittoria sarà nostra“, ha dichiarato in un videomessaggio. Nel filmato è affiancato, tra gli altri, dal Primo ministro ucraino Denys Shmyhal e dal Consigliere presidenziale Mykhaylo Podolyak. Rinnovato l’impegno della resistenza: il suo esercito respingerà l’invasione russa.
Cento significa anche bilancio. I dati da fonti ucraine: 1.017 insediamenti liberati; nei territori liberati completamente restaurate 1.194 strutture abitative e infrastrutture sociali; 370 insediamenti sminati; traffico stradale aperto in oltre 700 insediamenti; negozi alimentari operativi in più di 600 insediamenti; banche aperte in più di 300 insediamenti.
Stoltenberg: guerra “di lungo periodo”, “guerra di logoramento”
Sono tanti i giorni, ma non sembrano volgere al termine. Il Segretario Generale della NATO Stoltenberg è di questo avviso e ci fa sapere, al termine di un colloquio con Biden, che “dobbiamo essere preparati per il lungo periodo“poiché ”quello che vediamo è che questa guerra ora è diventata una guerra di logoramento”. Gli ucraini, ha aggiunto Stoltenberg, stanno “pagando un prezzo elevato per aver difeso il proprio Paese sul campo di battaglia, ma vediamo che anche la Russia sta subendo molte perdite”. E, da parte ‘sua’, parla della “responsabilità” dell’Europa di sostenere l’Ucraina anche se ribadisce che non ci sarà un confronto diretto con la Russia. ”La maggior parte delle guerre, e anche questa a un certo punto, finiscono al tavolo dei negoziati. Ma quello che sappiamo è che ciò che accade attorno al tavolo dei negoziati è strettamente legato alla situazione sul campo, sul campo di battaglia“, ha aggiunto.
Biden: alla fine “sembra” che dovrà esserci un “accordo” fra Ucraina e Russia
Responsabilità, ma a dovuta distanza anche per gli USA. Biden, a Rehoboth, nel Delaware ha detto: “Niente sull’Ucraina, senza l’Ucraina. È il loro territorio. Non dirò loro cosa devono fare e cosa non devono fare“. Il Presidente statunitense ha spiegato che Kiev può decidere se cedere o meno parte del suo territorio per arrivare alla pace con Mosca e porre fine alla guerra iniziata 100 giorni fa. A un certo punto, “sembra” che dovrà esserci un “accordo” fra Russia e Ucraina. “Cosa comporterà, non sono in grado di dirlo“, ha concluso Biden.