Attacco della Russia contro la città ucraina di Dnipro. Missili e droni hanno colpito una delle più importanti centrali termoelettriche del Paese, gestita dell’operatore energetico Dtek. Secondo quanto riporta Kyiv Independent, citando una nota di Dtek, la centrale è stata ”gravemente danneggiata e la stazione ha smesso di produrre elettricità”. Dopo le esplosioni le testimonianze riferiscono che in diverse zone della città l’elettricità e la fornitura d’acqua è interrotta.
Il Ministero dell’Interno russo ha inserito la premier estone Kaja Kallas nella lista dei ricercati. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti, secondo cui il ministero non ha indicato l’articolo del codice penale sulla base del quale è stata inserita. Il Ministero dell’Interno di Mosca ha inserito nella lista dei ricercati anche il sottosegretario di Stato Taimar Peterkop. Secondo il Moscow Times, il mandato di arresto nei confronti di Kallas è stato emesso in relazione alle sue dichiarazioni a favore dello smantellamento di un monumento di epoca sovietica nella città di Narva, al confine con la Russia.
Intanto negli USA, lo speaker della Camera Mike Johnson ha annunciato che i repubblicani non voteranno il pacchetto di aiuti all’estero predisposto dal Senato e che, in particolare, consente un ulteriore sostegno finanziario all’Ucraina. E questo perché, ha spiegato in una nota condivisa su ‘X’, ”la sicurezza nazionale inizia ai nostri confini”, mentre ”il disegno di legge sugli aiuti del Senato tace sulla questione più urgente che il nostro Paese deve affrontare”, ha spiegato. E siccome ”l’America merita di meglio di quanto previsto dal Senato”, Johnson ha affermato che ”la Camera dovrà continuare a lavorare secondo la propria volontà su questioni importanti”, come ha ”lavorato dieci mesi per fare passare una politica di cambiamento con il Secure Out Border Act”.
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