L’analisi di Unioncamere illustrata nel corso dell’Assemblea dei Presidenti delle Camere di Commercio, rivela che il digitale è la leva per ridurre i divari tra territori, generi, età e settori che si sono allargati nella pandemia e ce solo il 26% delle imprese italiane è a conoscenza del Piano Impresa 4.0 e, tra queste, il 9%, pur conoscendolo, comunque non investe.
Per il resto, precisa Unioncamere, vale a dire per i due terzi della manifattura italiana, gli strumenti messi in campo e le grandi opportunità offerte dalle tecnologie non sono ancora all’ordine del giorno.
Il 70% delle micro e piccole imprese, che ha avviato la svolta digital, ritiene di poter raggiungere i livelli di produttività pre-Covid già nel 2022. Le imprese familiari hanno risentito particolarmente dei riflessi negativi della crisi e solo in 6 casi su 10 confidano in un recupero entro il 2022. Tra quelle che hanno investito nel digitale, però, la quota sale al 70%.
Analoghi effetti positivi si riscontrano tra le imprese dei servizi: il 61% di quelle digitalizzate, infatti, ritiene di poter azzerare gli effetti dell’emergenza sanitaria entro il 2022, a fronte del 53% di quelle non digitalizzate.
