Apre e continua fiacca Piazza Affari con l’Ftse Mib che segna un -0,3%, con pochi rialzi, tra cui Tim (+4%) su indiscrezioni di un’offerta di Iliad sull’area ‘consumer’. In evidenza Leonardo (+1,83%), Eni (+1,24%) e Amplifon (+1,02%), mentre scivolano Nexi (-2,66%), Stm (-2,3%), Stellantis (-1,42%), Iveco (-1,35%), Saipem (-1,39%) e Campari (-1,36%). Non va meglio per i titoli bancari con Bper (-1,13%), Intesa (-0,81%) e Unicredit (-0,87%). Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è in rialzo a 165,4 punti ed il rendimento annuo in progresso di 9 punti base al 2,49%.
Pochi movimenti su Banco Bpm (+0,03%) e su Atlantia (+0,14%), nel giorno in cui si riunisce il Cda per deliberare sull’Opa difensiva della famiglia Benetton insieme a Blackstone per fermare l’avanzata di Acs.
Apertura fiacca anche per le principali Borse europee. Parigi cede lo 0,28% a 6.519 punti, Londra lo 0,35% a 7.545 punti, Francoforte lo 0,44% a 14.062 punti e Madrid lo 0,55% a 8.530 punti.
Euro poco mosso in avvio di giornata: la moneta unica europea passa di mano a 1,0826 dollari (1,0830 ieri sera a New York) ed a 136,53 yen (-0,542%).
Chiusura delle sedute in rialzo per le principali Borse di Asia e Pacifico, con Tokyo (+1,93%) seguita da Seul (+1,87%) e Taiwan (+1,83%). Più cauta Sidney (+0,34%), debole invece Shanghai (-0,21%), ancora aperta insieme a Hong Kong 8+0,54%), Mumbai (+0,02%) e Singapore (+0,01%).
Sale l’oro nero con il Wti +0,26% a 100,86 dollari al barile. Tra i metalli chiude positivo l’oro con un +0,63% a 1.967 dollari l’oncia mentre concludono in cedimento il ferro (-0,89% a 889 dollari la tonnellata) e l’acciaio (-0,44% a 4.931 dollari la tonnellata). Il dollaro appare stabile sulle principali valute a parte lo yen e il rublo, che scivola a 84,6367 unità per biglietto verde.
Tra gli altri titoli dell’aera del Pacifico Toyota chiude con un +2,42%, Bridgestone con un +3,18%. In luce anche Casio (+3,65%), Nikon (+1,03%), Panasonic (+0,94%) e Sony (+0,83%). Male l’esito finale della seduta per Nomura con il -2,73%, probabilmente anche a causa delle difficoltà legate alla guerra in Ucraina.