Il 1° marzo è la “Giornata internazionale contro le discriminazioni”,una ricorrenza contro l’odio in tutte le sue forme, nel mondo reale e on line.
Questa giornata, chiamata anche “Giornata Zero Discriminazione”,in linea con quanto stabilisce l’art 3 della Costituzione Italiana e l’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea,si propone di fare informazione ogni anno per promuovere un vero cambiamento nella mentalità di molti, anche perché spesso la discriminazione si basa sulla disinformazione.
L’evento fu lanciato per la prima volta il 1° marzo del 2014 da Michel Sidibé, direttore esecutivo di UNAIDS, (il programma delle Nazioni Unite per l’Aids/Hiv) per promuovere una più ampia sensibilizzazione sui temi della discriminazione. E l’ONU accolse la campagna contro la discriminazione.
L’intenzione è quella di estendere la lotta alla discriminazione: non più soltanto a favore dei malati di AIDS, ma anche a quanti ogni giorno vengono discriminati per motivi razziali e religiosi o anche in base al sesso, all’orientamento sessuale, all’età, fino ad arrivare ai fenomeni di bullismo nelle scuole o negli ambienti di lavoro.
Inoltre la discriminazione ha un profondo impatto negativo sulla società, in quanto viola i diritti degli individui, in particolare quelli all’uguaglianza e alla libertà. I gruppi discriminati sono più esposti al rischio di povertà e di accesso limitato all’istruzione e all’assistenza sanitaria.Questo, a sua volta, porta spesso a divisioni e conflitti nella società – e quindi a pregiudizi, paura, avversione e, non ultimo, odio.
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